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"Marcello Viola non si tocca": sit-in a Trapani a sostegno del procuratore

TRAPANI. Un silenzio che vale molto di più di mille parole. Assordante, quindi, ma solo per chi lo sa leggere e interpretare.
Un silenzio per dire «giù le mani dal nostro procuratore», protetto ora anche dalla «scorta civica», ossia da un cordone di sicurezza, composto dalla gente comune. Giovani e meno giovani. Perchè se qualcuno pensa di emarginare, isolare il capo della Procura trapanese, per fargli gettare la spugna e andare via, ha sbagliato tiro. «Marcello non si tocca», il coro unanime, racchiuso in uno striscione. Anzi, un messaggio, chiaro e preciso, per chi vuole continuare a tenere prigioniero un intero territorio con la subdola strategia della tensione e della paura.
Sit-in, ieri mattina, davanti al Palazzo di giustizia per manifestare solidarietà e vicinanza al procuratore Marcello Viola, vittima di minacce e intimidazioni, ma anche a tutti gli altri magistrati, in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata e non solo, anche loro finiti nel mirino dei soliti ignoti.
Una manifestazione all’insegna del silenzio che ha coinvolto movimenti e associazioni che operano in città e che hanno scelto di stare dalla parte di Viola, ossia dalla parte della legalità e contro ogni forma di violenza. «Voglio solo dire grazie - ha dichiarato il procuratore, intervenuto al sit-in - E' un momento importante di solidarietà e vicinanza agli uffici giudiziari. Parlo anche a nome dei colleghi della Procura, un ufficio toccato da episodi sgradevoli ed incresciosi». Viola ha voluto assicurare che nessun magistrato farà un passo indietro. «Restano fermi - ha detto - l'impegno, la quotidiana attenzione al lavoro e l'applicazione dell'intero ufficio». Anche il presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Piero Grillo, ha voluto lanciare un segnale significativo: «Non ci intimiderà nessuno». Alla manifestazione hanno preso parte alcuni amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni. Presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Gregory Bongiorno ed il presidente dell'Associazione Antiracket Paolo Salerno.
L’ultimo episodio oscuro ha avuto ancora come scenario il Palazzo di giustizia dove ignoti, nottetempo, sarebbero entrati nella stanza del procuratore Marcello Viola. L’incursione, ancora tutta de decifrare, è stata segnalata ai Pm di Caltanissetta che hanno aperto un fascicolo sul «caso Trapani», ossia su tutti quegli episodi che hanno creato un clima di tensione negli uffici giudiziari trapanesi. Ad accorgersi del raid notturno al Palazzo di giustizia è stato un ispettore che avrebbe trovato aperte le due porte blindate che conducono all'ufficio di Viola e quella della stanza del procuratore. A settembre accanto a una porta d'ingresso del Palazzo di giustizia riservata a magistrati e forze dell'ordine è stato trovato il congegno di una microspia, apparecchio generalmente usato per le intercettazioni ambientali.
Precedentemente, invece, erano stati inviati al procuratore e al suo sostituto Andrea Tarondo alcune lettere anonime. Poi, ancora, scritte minacciose erano spuntate nell'ascensore dell’abitazione di Marcello Viola e in un supermercato di Trapani. In questo caso oggetto del messaggio era Tarondo.

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