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Alberi recisi a Gibellina, il sindaco alza le mani: «Tutto a mia insaputa»

GIBELLINA. A Gibellina nel mirino delle motoseghe non ci sono solo gli alberi di eucalipto ma sono finiti anche trenta alberi di pino del cimitero comunale. Questa notizia è di ieri, diffusa dagli attivisti dell’associazione “Officina 146” che, davanti al museo civico dove si teneva, giusto apposta, un convegno degli agronomi della provincia sulla cura delle aree verdi da parte dei Comuni, hanno diffuso un pieghevole con un titolo da brivido: «Il disastro del verde pubblico a Gibellina». La questione alberi è quella che tiene in banco in questi giorni nella politica gibellinese. L’opposizione - per voce di Nino Plaia e Gioacchino De Simone - ha chiesto chiarimenti scritti alla Giunta municipale, l’Amministrazione comunale si discolpa di quanto avvenuto: «Tutto è successo a mia insaputa» ha dichiarato il sindaco Rosario Fontana, pronto a investigare negli uffici comunali e individuare il responsabile dal quale pretende una relazione sull’accaduto. Chi ha autorizzato i lavori si sa chi è e lui non si nasconde, il geometra Franco Fontana che ha dato il via libera a una ditta privata a tagliare i sei alberi di eucalipto dell’orto botanico e gli altri 60 nel giardino della scuola San Francesco. Così spiega al Giornale di Sicilia: «Le ragioni sono state dettate esclusivamente da questioni di sicurezza - dice - perché essendo responsabile di protezione civile so bene che in posti frequentati da bambini non possono esserci alberi così alti e pericolosi». Da qui la sua decisione di chiamare una ditta che - secondo sempre quanto dice Fontana - avrebbe lavorato gratis portandosi in cambio la tanta legna tagliata. È storia diversa, invece, quella che si è consumata dentro il cimitero comunale, dove sotto le lame delle motoseghe sono finiti, al momento, trenta giganteschi alberi di pino rasati al suolo. Ieri c’erano ancora le fronde degli alberi a terra lungo i bordi dei viali. E non è stato risparmiato neanche il pino che fu piantumato quando venne sepolta “Cudduredda”, la piccola Eleonora Di Girolamo, simbolo del terremoto del ‘68. Allora lo volle l’ex sindaco Ludovico Corrao. Ad autorizzare questi tagli ora è stato l’assessore Tommaso Tarantolo, che così spiega: «Sono stato io a chiedere l’intervento di abbattimento degli alberi alla stessa ditta che sta realizzando i lavori di urbanizzazione in una parte del cimitero. Il motivo? Perché le radici hanno causato gravi danni strutturali alle tombe». E la legna che fine ha fatto? «Bisognerebbe chiedere alla stessa ditta...» dice l’assessore. Per Nino Plaia, consigliere d’opposizione, le cose non stanno proprio così: «Alcuni alberi sono stati nettamente recisi anche se è evidente che non causavano problemi strutturali a niente. Per noi la storia non si chiude qui, ne parleremo in consiglio comunale». Intanto la prossima settimana Plaia ha invitato a Gibellina attivisti e dirigenti di Legambiente.

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