PALERMO. Nessun segno di effrazione è stato trovato sulle tre porte che conducono all'ufficio del procuratore di Trapani, Marcello Viola, trovate aperte mercoledì mattina da un ispettore di polizia. Presumibilmente, secondo gli investigatori, chi si è introdotto nella stanza o aveva le chiavi della zona più protetta del tribunale o ha usato un passpartout. Ad una prima verifica - sono ancora in corso accertamenti della scientifica - dall'ufficio del magistrato, vittima da anni di pesanti intimidazioni, non è stato portato via nulla. L'ipotesi più accreditata è quella di un atto dimostrativo: chi si è introdotto nella stanza voleva rendere ben visibile il suo passaggio. Sono in corso accertamenti per verificare se il sistema di videosorveglianza era funzionante e, comunque, se ci sono eventuali «buchi» nella registrazione. Allo stato non si sa se sia stato manomesso il computer del capo dei pm trapanesi. Oggi agenti di polizia giudiziaria delegati dalla Procura di Caltanissetta, che indaga su questa ed altre intimidazioni ai colleghi trapanesi, hanno fatto una serie di accertamenti tecnici nell'ufficio. La prossima settimana poi verrà fatto un controllo sul funzionamento del sistema di sorveglianza dell'intero piano occupato dagli uffici della Procura.
SONIA ALFANO, ROTTE LE TELECAMERE ALL’INGRESSO. «La telecamera che dovrebbe filmare la porta di ingresso dell'ufficio del procuratore di Trapani, Marcello Viola, risulta essere fuori uso da tempo: ecco perchè chi si è introdotto di nascosto nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua stanza ha potuto contare su questa 'fallà». Lo denuncia Sonia Alfano, eurodeputato del gruppo Alde, presidente della Commissione Antimafia Europea. «Nell'ultima audizione in Commissione Antimafia, - spiega - il procuratore Viola aveva parlato dei problemi della sicurezza dei magistrati di Trapani, ormai da tempo nel mirino di intimidazioni e minacce. Viola ha raccontato delle difficoltà legate al lavoro della Procura anche in relazione alle auto di scorta in pessime condizioni e all'impianto di videosorveglianza interna al palazzo di giustizia che in alcune parti deve essere reso tecnologicamente efficiente. Adesso si scopre che chi si è introdotto nell'ufficio di Viola, protetto da due porte blindate chiuse, potrebbe aver agito indisturbato». «Ci auguriamo che la Procura di Caltanissetta, - conclude - che indaga sull'oscuro episodio, possa chiarire le responsabilità sul mancato controllo tecnologico di cui aveva già parlato il procuratore Viola. Ci conforta sapere che il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, segue in prima persona la tutela della sicurezza del procuratore Viola e degli altri magistrati di Trapani e continui a chiedere agli organismi competenti di assicurare loro la massima protezione».