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Porto canale, navigare è sempre più difficile a Mazara: protesta per il mancato dragaggio

MAZARA DEL VALLO. Crisi economica e crisi di nervi. Gli operatori della piccola pesca hanno grosse difficoltà ad ormeggiare nel porto canale a causa del fondo melmoso ed a loro si uniscono anche i titolari dei cantieri navali costretti a sistemare a proprie spese alcune banchine per continuare l'attività.
«Questa mattina - dice Saverio Gancitano, proprietario di una piccola imbarcazione - sono uscito alle 5 del mattino, sono le tre del pomeriggio e per arrivare alla banchina ho dovuto impiegare due ore facendo un percorso a zig zag per non restare bloccato in mezzo al fiume, come è successo qualche volta».
Lo stesso refrain lo potrebbe dire Matteo Ingargiola e Gaspare Lentini. Sono tutti titolari di barche che pescano entro le sei miglia e portano il pesca fresco che viene venduto sulla banchina o nei ristoranti. Le dimensioni del natante permettono di essere operativi con costi di investimento e di esercizio contenuti.
Inoltre, l'impossibilità di spingersi oltre le 20 miglia dalla costa fa sì che le capacità di pesca, di lavorazione, conservazione e stivaggio del prodotto non siano neanche lontanamente paragonabili e a quelle delle grandi barche. Partono di notte e ritornano nel pomeriggio, oppure partono all'alba e ritornano il giorno dopo tra le sette e le nove quando sulla banchina ci sono già i primi avventori. Pesce fresco che viene venduto a buon prezzo. «Così però non si può andare avanti - dicono - il comune deve fare qualcosa».
Critica anche la situazione di alcuni gestori di carburanti che operano sulla banchina del piazzale Giovan Battista Quinci che si affaccia sul porto canale perché i loro clienti, a causa della presenza di pericolose secche all'interno del porto, hanno difficoltà a raggiungere gli impianti.
A causa della mancanza di fondale, i pescherecci sono costretti annualmente ad eseguire lavori di manutenzione spendendo migliaia di euro, spesso infatti risultano danneggiati gli oscillatori e sonar ecoscandagli; insomma quella che nonostante tutto rimane la prima marineria d'Italia, non ha un porto adeguato. Per il dragaggio del porto canale il sindaco Nicola Cristaldi ha ricevuto un finanziamento di due milioni di euro i cui lavori consentiranno di portare il pescaggio del porto canale a 3 metri.
Il finanziamento c'è ma la gara ancora non è stata indetta perché c'è da risolvere anche un problema di fanghi da depositare. In tal senso, a seguito di una convenzione firmata il 22 maggio dello scorso anno con il Provveditorato Interregionale Opere Marittime Sicilia-Calabria, l'Iamc-Cnr di Capo Granitola ha effettuato dei prelievi e carotaggi per l'analisi dei fanghi prelevati dal fondo del fiume al fine di ottenere l'autorizzazione allo smaltimento o in colmata o in discarica, a seconda dell'esito di tali analisi.
Il sindaco Nicola Cristaldi ha più volte dichiarato di sistemare la nautica sportiva nel lato di banchina del porto canale che va dalla statua di San Vito al primo ponte sul Mazaro.

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