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Mafia, confiscati beni ad un imprenditore di Trapani

PALERMO. Aziende, immobili, terreni, motociclette e disponibilità finanziarie sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Palermo, su disposizione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, a Leonardo Ferrante, 69 anni, di Trapani, arrestato nel giugno 2009 con l'accusa di estorsione e condannato nel 2010 a anni 5 di reclusione. Il patrimonio ha un valore di 8,2 milioni.


L'indagine della magistratura trapanese, culminata negli arresti eseguiti nell'estate del 2009, aveva interessato una platea di soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, spaccio di stupefacenti e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di avere favorito Cosa nostra e la latitanza di Matteo Messina Denaro e i collegamenti fra questo e i boss palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo.


Ferrante - considerato contiguo alla famiglia mafiosa Accardo di Partanna, capeggiata da Vincenzo Pandolfo - era stato indagato per estorsione, in concorso, per avere costretto
un imprenditore, attraverso violenze e minacce, a impegnarsi a versare centomila euro per la costruzione di diversi appartamenti a Castelvetrano, pretesa poi ridotta. I beni confiscati sono una coop che vende e ripara mezzi agricoli, una ditta di colture viticole, 7 fabbricati (2
abitazioni, 1 deposito commerciale e 4 rimesse), 10 terreni, 5 moto Quad e diversi conti correnti.

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