MARSALA. Grave caso di maltrattamento animale a Marsala: un cane ridotto in fin di vita da un gruppo di ragazzi e soltanto dopo alcune ore è stato possibile soccorrerlo per trasportarlo al canile municipale. Il «caso» è stato segnalato al Giornale di Sicilia da una ragazza, Clara B..
A raccontare la disavventura la stessa Clara che attorno alle 18,00, è stata raggiunta da due ragazzini sconvolti per quello cui avevano assistito: un randagio di piccola taglia era stato massacrato nei pressi del campo di calcetto di via Tunisi. Qui il cane è stato sottoposto a violenze inaudite, preso ripetutamente a bastonate, a calci e imbrattato di vernice spray per essere abbandonato agonizzante sull'asfalto. Clara è andata quindi a vedere quanto era successo. «I responsabili - dice - non c'erano più, ma c'era il cane in uno stato pietoso». Clara si è quindi attivata per dare soccorso al cane morente. Chiama i carabinieri che le dicono di chiamare i vigili urbani; questi invitano la ragazza a portare lei stessa il cane al canile; richiama i carabinieri, poi il 118 ed ancora i vigili urbani, ma senza successo, nonostante fossero passati circa due ore dal primo tentativo di prestare soccorso al cagnolino seviziato e morente. Finalmente arrivano i vigili urbani con il personale del canile per soccorrere il cane ormai moribondo.
«Il paradosso della vicenda - dice Clara B. - è che i vigili urbani mi hanno trattato come se fossi stata io l'autore di quel maltrattamento. Mi hanno chiesto i documenti che non avevo con me e che, comunque, sarei potuta andare a casa a prenderli e mostrarglieli. Ma i vigili i hanno bloccato chiedendomi dove stessi andando e che mi avrebbero seguito fino a casa». Sulla vicenda abbiamo sentito il comandante della Polizia Municipale Vincenzo Menfi. «Devo intanto dire che arrivata la segnalazione è stata inviata sul posto una pattuglia; il nostro intervento non è stato intempestivo, ma compatibile con le esigenze di servizio e la distanza dal luogo del maltrattamento. Siamo arrivati sul posto assieme al personale del canile; quindi abbiamo avviato le procedure di identificazione della donna non come responsabile del fatto, ma come fonte testimoniale. Comunque stiamo lavorando alla identificazione dei possibili autori del maltrattamento».