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Il Cartagine è ancora bloccato a Sfax L’armatore: «Non stavano pescando»

MAZARA DEL VALLO. Era in transito o stava pescando? Il sequestro del peschereccio «Cartagine» avvenuto venerdì sera a 70 miglia dalla costa tunisina e che si trova bloccato nel porto militare di Sfax con a bordo i nove componenti l'equipaggio, pone l'interrogativo.


Intanto è bene chiarire che la «Zona di pesca a Sud-Ovest di Lampedusa» (altrimenti detta, in conseguenza della sua forma, Mammellone) è considerata dall'ordinamento italiano (Decreto Ministeriale del 25 settembre 1979) una porzione di alto mare che è «tradizionalmente riconosciuta come zona di ripopolamento e in cui è vietata la pesca ai cittadini italiani e alle navi battenti bandiera italiana» al fine di assicurare la tutela delle risorse biologiche.


È vietata, quindi la pesca ma non il transito perché le acque del «Mammellone» sono acque internazionali che possono essere solcate da tutte le navi del mondo. Ma i militari delle vedette tunisine sembra che appena intravedono una imbarcazione mazarese non abbiano più memoria della norma. L'armatore del «Cartagine», Paolo Giacalone, uno dei soci della società «Impremar srl», ribadisce che «il natante si trovava in navigazione al momento del fermo avvenuto nella zona di riproduzione ittica Mammellone. Non era impegnato in attività di pesca e lo ha confermato il comando generale delle capitanerie di porto di Roma. Ci sono le prove, i tracciati della blue-box non mentono. C'è un accordo italo-tunisino che consente la navigazione nel Mammellone perché si tratta di acque internazionali».


Giacalone ha parlato con il capitano del «Cartagine», Francesco Rifiorito. «Il comandante mi ha raccontato - dice - di aver mostrato alle autorità tunisine le reti da pesca asciutte per dimostrare che non stavano pescando. Inoltre a bordo avevano gambero bianco, mentre nel Mammellone si pescano triglie». Il peschereccio era partito da Mazara giovedì 12 settembre per pescare, appunto, gambero bianco. A bordo del «Cartagine» vi sono il comandante Francesco Rifiorito (51 anni), il macchinista G.Battista Ferreri (49 anni), il nostromo Hsakmi Abdelhamid (44 anni), gli uomini di macchine Borji Adel (26 anni) e Ghoul Hachmi (48 anni, cittadino italiano), i marò Matteo Asaro (28 anni), Chouaieh Hassem (46 anni), Naceur Gachem (46 anni), Hsakmi Raouf (37 anni). I marittimi hanno telefonato alle loro famiglie assicurando che stanno bene.


L'ambasciatore italiano in Tunisia, Raimondo De Cardona, si trova al momento in Italia, ma ieri si è messo in contatto con il ministro dell'Agricoltura e della Pesca del Paese arabo Mohamed Ben Salem. Paolo Giacalone lancia un appello: «Il nostro ministero degli Esteri si interessi al più presto perché ci sono 9 uomini di equipaggio bloccati al porto di Sfax lontani dalle loro famiglie». E poi aggiunge con amarezza: «Oltre alla crisi e alla scarsità di lavoro, dobbiamo fare i conti anche con questo».

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