
TRAPANI. Sale la tensione in seno alla Megaservice, la società di multiservizi di proprietà della Provincia che è stata posta in liquidazione.
I lavoratori sono senza stipendio da nove mesi e alle proteste dei giorni scorsi, sostenute dalla Cgil e dalla Filcams Cgil, ha replicato Giuseppe Mazzeo, uno dei due liquidatori della società, in termini che, per il sindacato, sarebbero inaccettabili. Rispondendo alle questioni sollevate dai lavoratori e dal sindacato, Mazzeo avrebbe parlato, infatti, di «rivendicazioni il cui fine sarebbe politico e propagandistico».
Dichiarazioni che hanno fatto insorgere il segretario provinciale della Filcams Cgil Vito Gancitano per il quale «il liquidatore Mazzeo dimostra di non comprendere e di sottovalutare i legittimi diritti e i bisogni dei lavoratori».
Da qui la richiesta della Cgil e della Filcams Cgil di un incontro al commissario della Provincia, Darco Pellos, per conoscere quali saranno i provvedimenti che l'Ente, che rimane proprietario unico della società di multiservizi posta in liquidazione, intende intraprendere.
Una richiesta motivata con il fatto che il comportamento del liquidatore Mazzeo denoterebbe «scarso interesse nell'affrontare i problemi posti dai lavoratori».
«Un incontro - ha rilevato Gancitano - che deve avvenire alla presenza dei due liquidatori».
Interessati alla questione sono i lavoratori della Megaserice, una trentina in tutto, assunti con il contratto dei servizi e attualmente in servizio grazie ai contratti di solidarietà.
Assieme al sindacato, nel rivendicare il pagamento di nove mesi di stipendi, avevano denunciato «l'impossibilità a interloquire, a causa della loro assenza, con i due liquidatori e con il personale amministrativo».
Un’affermazione che avrebbe suscitato la replica di Giuseppe Mazzeo. «Al commissario Pellos - ha annunciato Gancitano - chiederemo quali saranno le azioni concrete che saranno messe in campo per garantire il pagamento delle retribuzioni arretrate ai lavoratori che, nonostante tutto, continuano a svolgere il loro lavoro e che ogni giorno sono pressati, per responsabilità dell'azienda, dai debiti, dalle scadenze e dall'impossibilità di provvedere alle necessità delle loro famiglie».
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