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Immobili abusivi tra Marausa e Birgi È battaglia fra Comune e proprietari

In molti hanno già ricevuto l’ordine di consegnare le chiavi, ma la maggior parte non lo ha ancora fatto

TRAPANI. Continua la battaglia fra il Comune ed i proprietari degli immobili che, secondo l'amministrazione di Palazzo D'Alì, devono essere abbattuti in quanto rientrano entro la fascia dei 150 metri. In molti hanno ricevuto l'ordine di consegnare le chiavi ai rappresentanti del Comune, normalmente i vigili urbani, ma la maggior parte non lo ha fatto, mentre altri hanno anche presentato ricorso al Tar. E' il caso di un ristoratore della frazione di Marausa il quale, nell'ottobre dello scorso anno, aveva ricevuto un ulteriore provvedimento di ingiunzione per la demolizione di opere abusive, nel caso specifico un manufatto destinato a ristorante, secondo le specifiche contenute nella planimetria, fuori scala e parte integrante del provvedimento di demolizione. Tra le richieste del Comune c'era anche quella di ripristinare i luoghi come erano inizialmente, ma la demolizione non è avvenuta e, quindi, dal Comune è scattata la sospensione dell'attività di somministrazione, limitatamente però alla porzione di immobile ed ai manufatti fuori scala. I titolari dell'attività commerciale, a questo punto, hanno deciso di presentare ricorso al Tar ed il Comune, pertanto, resisterà cercando di far valere le proprie ragioni.
Questo provvedimento si inserisce nel più complessivo quadro relativo alle costruzioni non sanabili in provincia e che dovranno essere abbattute. In totale si tratta di oltre cinquecento immobili costruiti in porzioni di territorio che, proprio a causa dell'abusivismo edilizio, ha subìto notevoli danni. Soprattutto nella zona compresa fra Marausa e Birgi. In questa porzione di territorio, infatti, sono circa quattrocento gli immobili che dovranno essere abbattuti. E per velocizzare le operazioni di demolizione, delle opere dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato, nei mesi scorsi, in Prefettura è stato sottoscritto un protocollo d'intesa cui hanno aderito i Comuni di Campobello, Castelvetrano, Marsala, Mazara, Petrosino, Pantelleria e Salemi. Il protocollo prevede che, dopo l'accertamento delle condizioni di ciascun immobile, si proceda alla definizione del progetto di demolizione, determinandone i costi grazie all'intervento di consulenti tecnici scelti dal pubblico ministero e la collaborazione degli ordini professionali, per poi procedere alle attività di demolizione. Le spese, infine, saranno a cura delle amministrazioni comunali le quali provvederanno poi a recuperarle attraverso delle azioni nei confronti dei responsabili dell'abuso.  

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