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Denise, il pm chiede quindici anni per la sorellastra

MAZARA. «Il primo settembre 2004, tra le 11.45 e le 11.50, in via La Bruna, a Mazara del Vallo, Denise Pipitone scompare. In quel momento era affidata alla nonna materna e giocava per strada. Poi, improvvisamente, il buio». Comincia col racconto della cronaca della misteriosa scomparsa della bimba di 4 anni, sparita dalla cittadina del trapanese e mai più ritrovata, la requisitoria del pm che oggi ha chiesto la condanna di Jessica Pulizzi, «sorellastra» della piccola. Quindici anni di carcere: tanto per il magistrato merita la ragazza che è accusata di concorso in sequestro di minorenne, mentre per l'ex fidanzato di Jessica, il tunisino Gaspare Ghaleb, 28 anni, la Procura ha chiesto 5 anni e mezzo.  In aula, a sostenere l'accusa, i pm Sabrina Carmazzi e Francesca Rago che hanno difeso le «indagini condotte in un segreto istruttorio spesso scambiato per inerzia».  Sul movente del sequestro i magistrati non hanno dubbi: a spingere Jessica a rapire la sorella sarebbe stata la gelosia. La bimba era nata dalla relazione extraconiugale tra il padre della ragazza e Piera Maggio che, da 9 anni, si batte per mantenere viva l'attenzione sulla scomparsa della figlia. «L'ultima arrivata poteva sottrarle l'affetto del padre Piero Pulizzi - ha detto il pm - ; Jessica, il primo settembre 2004, sapeva che Denise era sua sorella». L'accusa ha ripercorso in aula i conflitti familiari originati dal rapporto sentimentale tra Piero Pulizzi e Piera Maggio - conflitti ancora forti, che oggi hanno portato a un duro scontro tra la Maggio e l'ex moglie di Pulizzi, Anna Corona - evidenziando anche una serie di incongruenze nelle dichiarazioni della ragazza che, «gelosa come una moglie, - ha detto - spesso passava dalla strada dove abitava Denise nonostante quella via non fosse di passaggio». Il pm ha ricordato poi come tutte le piste investigative siano state battute: ma in piedi è rimasta solo quella che vede al centro Jessica, unica a non avere un alibi e unica ad avere un movente. «Alle 12.02 del primo settembre - ha continuato il magistrato - Jessica telefona al fidanzato Gaspare Ghaleb per chiedere aiuto dopo avere preso Denise, ma Ghaleb nega la telefonata. Sin dalle 11.13 il telefono di Jessica è agganciato da una cella che copre la zona dell'abitazione di Denise. Dove ha portato la bambina?».  Per l'accusa Jessica sarebbe tornata a casa per far vedere la bambina al padre e chiedergli se era sua figlia, ma il padre non era a casa. Lo stesso Pulizzi ha poi detto di avere sospettato della figlia. Sospetti che trovano conferma nel serrato interrogatorio che l'11 settembre 2004 Anna Corona fa alla figlia al commissariato di Mazara. Secondo la ricostruzione dell'accusa «finalmente, Jessica si apre con la madre, ma Anna Corona, compresa la gravità, la interrompe. Anche la madre, dunque, sospetta della figlia».

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