TRAPANI. Una donna cinquantenne trapanese avrà a giorni da parte dell'Azienda sanitaria provinciale un risarcimento complessivo di oltre 250 mila euro (comprensivi di tutte le spese) a causa di una diagnosi radiografica verificatasi alcuni anni addietro presso l'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani (all'epoca dei fatti Azienda autonoma). Lo ha deciso con una sentenza il giudice Ivana Vassallo in favore della paziente assistita dall'avvocato Giuseppe Scarcella.
Questi i fatti in base alla sentenza: l'utente trapanese si reca in ospedale per un esame di mammografia «nel corso del quale,a causa dell'errore diagnostico commesso da un medico- scrive tra l'altro il giudice- riconducibile a colpa professionale del medico, non era stata individuata la presenza di un carcinoma alla mammella, carcinoma successivamente scoperto» dopo ulteriori accertamenti dell'interessata presso altra struttura sanitaria, a seguito di autopalpazione del seno attraverso la quale notava la presenza di un nodulo.
Veniva quindi nominato un consulente tecnico d'ufficio affidato ad un esperto del Policlinico di Palermo. In ogni caso, sta di fatto, che la paziente è stata successivamente costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico alla mammella sinistra, nonchè al trattamento chemioterapia. L'Azienda sanitaria dal canto suo contestava la sussistenza di una condotta colposa affidando la difesa del caso all'avvocato Santo Spagnolo di Catania. Ma l'Autorità giudiziaria, confortata anche dalla relazione del consulente,scrive che «se fosse stata adottata dal radiologo una condotta cautelativa lo stadio al quale sarebbe stato riconosciuto il tumore poteva essere inferiore» considerato che la paziente è stata costretta ad una terapia più aggressiva con riduzione delle chance di sopravvivenza. AN.DO.
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