ALCAMO. I turisti che giungono ad Alcamo non possono accedere all'interno di uno dei simboli storici e architettonici della città. Rimane chiuso, infatti, il trecentesco Castello dei conti di Modica, sede dell'Enoteca regionale con annesso Museo del vino e delle tradizioni locali. Riqualificato con una spesa di circa 6 miliardi di vecchie lire a partire dal 1990, il castello è stato poi oggetto, intorno al 2007, di interventi per abbattere un edificio adiacente e quindi consentire ai pedoni di percorrere tutto il perimetro. Da oltre tre anni si riscontra la presenza di crepe e rigonfiamenti sia all'esterno che all'interno della sua struttura, nonché dislivelli. Vistose lesioni nella torre circolare di nord-est (l'area pedonale all'esterno è tuttora transennata), ma anche nella torre circolare posta a sud-ovest e nella muratura portante di supporto alla scala, posta nel cortile interno e che raggiunge il primo piano. Nel pavimento di piano terra (nei locali destinati a Museo del vino) e in gradini e pareti interni. E abbassamento di quota. Due anni fa, l'amministrazione municipale allora guidata da Giacomo Scala aveva chiesto al Dipartimento regionale della Protezione civile un finanziamento di 700 mila euro. "Il perdurare di tali condizioni della struttura - era stato già evidenziato nella relazione tecnica comunale -, nel tempo potrebbe comprometterne la staticità. Non è da escludere che alcune parti della muratura possano staccarsi dal supporto murario e cadere sull'area pubblica circostante. Pertanto si ritiene necessaria la messa in sicurezza dell'antico maniero". Effettuare un'opera di consolidamento, ripristino conservativo e restauro, per cui è necessaria un'ingente spesa. "E' chiaro che gli interventi che devono essere fatti sono importanti anche dal punto di vista economico - conferma l'assessore comunale Gianluca Abbinanti, che ha tra le proprie deleghe quelle ai Lavori pubblici e all'Economia -. Il Comune di Alcamo, lo scorso anno, su un obiettivo di Patto di stabilità di + 3 milioni 475 mila euro, è arrivato a + 2 milioni 625 mila euro. Questi interventi strutturali incidono negativamente sul Patto. Quindi stiamo cercando di avere dei finanziamenti o attraverso la Protezione civile o attraverso dei fondi strutturali. Ciò nonostante - conclude Abbinanti -, il decreto legge 35 del 2013 alleggerisce il Patto 2013 per quanto riguarda le fatture esigibili 2012. Ai primi di maggio potremo stabilire se intervenire con fondi comunali".