SAN VITO. L’aquila del Bonelli è tornata a nidificare alla Riserva dello Zingaro dopo l’incendio della scorsa estate. La certezza si è avuta al termine del campo che la sezione provinciale di Trapani della Lipu – Lega italiana protezione uccelli – ha tenuto, per la prima volta dopo il rogo della scorsa estate, all’interno dell’area protetta tra San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo. Due giorni per studiare, monitorare e, soprattutto, sfatare il dubbio che quelle fiamme d’agosto avrebbero potuto compromettere per sempre la presenza dei rapaci.
L’esito è stato più che positivo, come racconta il delegato per la Sicilia, Nino Provenza: «Le osservazioni hanno evidenziato la presenza delle principali specie di rapaci in nidificazione, compresa l’aquila del Bonelli - spiega - ma anche il falco pellegrino, la poiana e il gheppio. In un successivo momento verificheremo, invece, la fase riproduttiva che rimane, come sempre, legata alla capacità di reperire cibo a sufficienza per i piccoli». Intanto, una certezza c’è già. E questo dimostra come, nonostante le fiamme hanno travolto e distrutto quasi tutta la Riserva nell’agosto scorso, i rapaci non si siano allontanati dalla zona. «La presenza di altipiani non interessati dalle fiamme anche nei dintorni dell’area di Riserva ha favorito che, proprio nel periodo dell’incendio, i rapaci si siano spostati temporaneamente, per poi ritornare nuovamente nella zona originaria». Durante il campo d’osservazione di due giorni organizzato dalla Lipu è stato avvistato un nido e una coppia dell’aquila del Bonelli.
«Ma non è l’unica - spiega ancora Provenza - il territorio della Sicilia Occidentale è davvero eccezionale per la nidificazione di questi rapaci. Basti pensare che nel giro di 20 chilometri ce ne sono almeno tre coppie». Ma se potessero sembrare tante, il dato, alla fine, dà contezza di quanto è possibile l’estinzione di questa specie. «Non sempre la riproduzione dei rapaci va a buon fine - dice ancora Provenza - gli incendi e la presenza dell’uomo sono, di solito, le cause perché la coppia abbandoni il nido». Ma c’è anche il problema del bracconaggio che volontari e tecnici della Lipu contrastano grazie ad un progetto promosso in tutta Italia. Impegno che anche allo Zingaro conduce la delegazione di Alcamo.
«L’ultimo campo - dice ancora Provenza - da un lato ci ha consentito di accertare la presenza dei rapaci, dall’altro abbiamo potuto accertare come dentro la Riserva c’è una diminuzione di alcune specie di passeriformi legati alle zone di macchia mediterranea che in molte aree sono state distrutte dall’incendio». Ma Provenza garantisce: «questa diminuzione non è, comunque, tale da pregiudicare per il futuro la presenza di tale specie nella Riserva».
Il futuro di questo angolo di paradiso è, dunque, affidato alla natura. Le piogge abbondanti degli ultimi mesi hanno consentito la rinascita delle piante e della prateria, cancellando grigio e cenere, «solo così – dice Provenza - si potrà ricostituire la catena alimentare che consentirà la sopravvivenza dei volatili che popolano la Riserva». E, intanto, si è tornati in piena attività per rendere fruibile l’intera area. Tra le curiosità del ricco programma c’è “Viaggio nel tempo” in programma il 26 maggio: una battuta di trekking che dall’ingresso lato Scopello vi condurrà sino ai sentieri alti per poi arrivare a Borgo Cusenza, con vista su panorami mozzafiato.
Allo Zingaro riecco l’aquila del Bonelli
Registrata la presenza di falchi pellegrini, poiane e gheppi. In calo alcune specie di passeriformi legate alla macchia mediterranea
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