PALERMO. C'è anche il nome di Bartolomeo Pellegrino, ex vicepresidente della Regione e assessore siciliano, nel provvedimento del tribunale di Trapani che ha portato al sequestro di beni per oltre 30 milioni a due imprenditori trapanesi. Il politico, negli anni scorsi venne processato e poi assolto dall'accusa di concorso in associazione mafiosa. La sentenza è ormai definitiva. «Grazie alle intercettazioni effettuate era emerso - si legge nelle pagine delle informative che costituiscono l'ossatura del provvedimento di sequestro - il ruolo esercitato da Pellegrino, leader di Nuova Sicilia come soggetto politico in rapporto stabile con il boss Francesco Pace e con l'imprenditore Tommaso Coppola, a disposizione per interventi di tipo amministrativo o politico in favore degli interessi della cosca». «Le intercettazioni delle conversazioni intrattenute - scrivono gli investigatori - rivelano contatti esplicitamente finalizzati all'individuazione dei possibili candidati alla carica di primo cittadino presso il Comune di Valderice, in ordine all'aggiudicazione della gara di appalto per l'esecuzione dei lavori della Funivia Trapani-Erice, e permettono di evidenziare ulteriori rapporti di Pellegrino con noti esponenti di Cosa nostra trapanese, tra cui Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando».
Maxi-sequestro da 30 milioni, coinvolto anche l’ex assessore regionale Pellegrino
"Era in rapporto stabile con il boss Francesco Pace e con l’imprenditore Tommaso Coppola", si legge nell’informativa degli investigatori. "I contatti erano finalizzati all'individuazione di possibili candidati alla carica di primo cittadino presso il Comune di Valderice e all’aggiudicazione di gare di appalto"
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