TRAPANI. Primo passo verso la «Class action» dell’acqua. L’«Azione di classe», ossia l’azione legale collettiva di utenti o consumatori per la difesa dei propri diritti, è stata intrapresa dall’avvocato Vincenzo Maltese che, sulla base di un incarico ricevuto fin dalla scorsa estate dal sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, ha inoltrato «formale diffida» al Comune di Trapani e alla Regione perché rimuovano «gli ostacoli tecnici e procedimentali al fine di assicurare un corretto servizio idrico ai cittadini ericini». L’avvocato Maltese fa riferimento ad un provvedimento dell'Assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica utilità, datato 30 giugno 2011, che al punto 4 prevede che «i soggetti gestori del servizio idrico, tra cui il Comune di Trapani (a cui è affidata la gestione dell'acquedotto di Bresciana), nel caso di emergenze idrica causate dalla riduzione delle disponibilità complessive e/o situazioni di interruzioni di pubblico servizio (come nel caso di specie) dovranno equamente ripartire le eventuali carenze idropotabili su tutti i centri abitati interessati in maniera tale da limitare quanto più possibile il disagio sofferto». Una questione che il legale, assieme all’avvocato Filippo Spanò, aveva già sollevato in nome dell’«Osservatorio per la legalità e per i diritti violati», sottolineando che «né la Regione né tantomeno il Comune di Trapani, nel corso di questi 2 anni, hanno dato seguito a quanto previsto nel provvedimento».
Caricamento commenti
Commenta la notizia