MARSALA. Prima gli impianti elettrici dell'Enel, poi i cavi Telecom seguiti dalle condotte idriche che collegano i pozzi di Sinubio e Sant'Anna agli impianti di distribuzione che portano l'acqua alla centrale di accumulo di Cardilla, ora ad essere presi di mira sono gli oggetti in ferro ed ottone del cimitero urbano. Si, proprio così. Non è una novità visto che in passato portafiori e ornamenti cimiteriali sono stati portati via, ma di recente i furti si sono moltiplicati in maniera esponenziale tale da cominciare a destare un vero e proprio «allarme sociale». Da qualche tempo, infatti, al cimitero di via Ugo Foscolo i «soliti ignoti» fanno man bassa di oggettistica varia, dai portafiori in metallo a crocifissi, statuine e quadretti di Madonne e Padre Pio e ornamenti vari e questa volta anche i fili degli impianti elettrici. Ben due i forti, naturalmente ad opera di ignoti, che sono stati commessi la scorsa settimana e sui quali indagano ora le Forze dell'Ordine. Il primo è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì quando i ladri hanno preso di mira l'area di una società mortuaria: la «San Francesco»; il secondo intervento nell'area adiacente al monumento che ricorda le tre vittime marsalesi della sciagura di Ustica del 28 giugno dell''83 quando l'aereo dell'Itavia Bologna-Palermo venne abbattuto verosimilmente da un missile sul cielo di Ustica. In entrambi i casi sono stati portati via oggetti in ferro, rame e ottone. Proprio il verificarsi di questi due ultimi furti, che si ritiene siano opera dei «soliti ignoti», di quanti sono cioè tradizionalmente addetti ai furti di materiale ferroso e fil di rame, le Forze dell'Ordine dopo la denuncia presentata dai familiari dei morti «derubati» e dal direttore dei servizi cimiteriali, ingegnere Luigi Palmeri, hanno avviato serrate indagini nel tentativo di dare un nome e un volto ai ladri «sacrileghi». Polizia e carabinieri, ricevute le denunce del caso, hanno effettuato delle perquisizioni presso alcuni rottamatori e centri di raccolta di materiali riciclabili. Interrogati in merito anche alcuni pregiudicati per reati specifici, già arrestati o denunciati per furti di cavi di rame o tubi di ferro ed alluminio. Anche l'amministrazione comunale, alla luce di questi ultimi episodi, sta cercando di attenzionare il problema magari con un servizio di videosorveglianza(come suggerito nei mesi scorsi dal consigliere comunale Pino Carnese) che scoraggi i ladri o ne consenta l'identificazione attraverso telecamere a circuito chiuso, collegate con il comando della polizia.