TRAPANI. Settantadue persone perdono il posto di lavoro. Ma, per la gran parte dei gruppi politici del consiglio provinciale, anche sulla base di una relazione degli Uffici, la via dello scioglimento della Megaservice risultava obbligata al fine di evitare il protrarsi di una gestione antieconomica, con ripercussioni negative sugli equilibri di bilancio dell'Ente, socio unico della società di multiservizi. È stato preso atto, in sostanza, dell’impossibilità a procedere al ripianamento delle perdite (1.853.410 euro al 31 ottobre 2012, valore negativo del patrimonio netto di 1.732.534,00 euro ed una massa debitoria di 3.114.483 euro), senza che la Megaservice (il presidente Mimmo Signorello è automaticamente decaduto il 30 gennaio in conseguenza delle dimissioni degli altri due membri del cda, Caterina Verghetti e Federico Messina) abbia comunicato il reale stato dell'arte nel corso dell'intero anno 2012. Con il provvedimento approvato dal consiglio, viene anche nominato un collegio di liquidatori, composto dall’avvocato Pietro Bruno di Trapani e dal dottore Giuseppe Mazzeo di Palermo, cui è stato dato mandato di proporre, prioritariamente, un concordato preventivo ai creditori.
Tutti gli atti, come richiesto dal capogruppo del Pd Salvatore Daidone e da Ignazio Passalacqua (Sel) saranno trasmessi alla Procura. Anche se, probabilmente, il declino della Megaservice è iniziato nel 2008 con l’assunzione di 30 unità lavorative aggiunte alle 40 di cui già disponeva e con la trasformazione di numerosi contratti in edili, per i sindacati la crisi sarebbe stata determinata, addirittura «costruita fin dal 2009», dal progressivo calo delle commesse da parte della Provincia che avrebbe esternalizzato lavori per circa 5 milioni che avrebbero potuto essere svolti dalla società o dello stesso tipo di quelli che essa aveva già svolto. Dito indice puntato, quindi, contro il precedente vertice e contro l’ex presidente della Provincia Mimmo Turano, dal quale, però, è arrivata la puntuale replica: «La Provincia si è attenuta scrupolosamente alle leggi e norme sugli appalti ed inoltre alcuni lavori che richiedevano alta specializzazione, come le torri faro allo stadio, non potevano essere affidati alla Megaservice». G.DI.
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