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Case popolari, mancano i fondi: i locatari annunciano manifestazione

L'Iacp non ha somme sufficienti per procedere ad un radicale intervento di ristrutturazione delle tre palazzine

MARSALA. Riesplode in tutta la sua drammaticità il "caso" degli alloggi popolari di via Mazara i cui occupanti sono stati fatti sloggiare su ordinanza dell'allora sindaco Renzo Carini il 20 luglio del 2009 perché inagibili e insicuri. A riportare alla ribalta la triste vicenda, che nonostante siano passati poco meno di quattro anni è ancora irrisolta, è il responsabile provinciale del Movimento Difesa del Cittadino, Giuseppe Gandolfo, che difende in Tribunale buona parte degli abitanti di quegli alloggi, imputati di occupazione abusiva. E ciò perché quelle case, costruite alla fine degli anni '50 dall'I.S.E.S., un ente che operava in fatto di alloggi popolari poi disciolto, non furono mai ultimati né consegnate all'Iacp. Pur incomplete furono però occupate dai senzatetto alla fine degli anni '60. Per anni quelle case furono abbandonate a se stesse senza che gli stessi abitanti potessero, per ovvie ragioni, intervenire a migliorane le strutture. Soltanto nel 2009, dopo una lunga trattativa tra l'allora sindaco Carini e il commissario del tempo dell'Iacp Noto,venne risolto il "dilemma" se ad esserne proprietarie era il Comune o l'Istituto. Né l'uno né l'altro avevano però i fondi necessari per intervenire sulle vecchie e fatiscenti strutture che i tecnici del Genio Civile di Trapani, con quelli del Comune, hanno dichiarato finito inagibili e avviato l'iter dello sgombero "per pericolo di crollo". Tre delle quattro palazzine furono sgomberate mettendo sulla strada 24 famiglie. A queste per i primi due anni è stato il Comune a pagare i contratti di locazione con i privati. "Dalle notizie attinte dai collaboratori del Movimento Difesa del Cittadino - dice Peppe Gandolfo - è emerso che l'Iacp non ha fondi sufficienti per procedere ad un radicale intervento di ristrutturazione delle tre palazzine mentre il Comune ha partecipato ad un bando regionale per ottenere un finanziamento di 5 milioni di euro". Purtroppo, però, nonostante da parte della precedente amministrazione sia stato più volte assicurato l'avvenuto finanziamento di questo pare oggi non esserci alcuna certezza, come è appunto emerso dal processo per occupazione abusiva degli abitanti di quelle palazzine. Ora sono stati i funzionari dell'Iacp a confermare che, in atto, non c'è alcun finanziamento della Regione per la demolizione e la ricostruzione di quelle tre palazzine. Da qui la decisione delle stesse famiglie di dare vita ad una manifestazione di protesta da tenersi sulla via Garibaldi, sotto Palazzo VII aprile, sede del consiglio comunale.  

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