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Delitto Anastasi, nuove accuse contro il marito: picchiava i figli

Dal carcere Salvatore Savalli continua ad accusare la sua amante: «E’ stata lei ad uccidere Maria». Il processo prenderà il via il prossimo sette marzo

TRAPANI. Maltrattamenti in famiglia: è la nuova accusa che la Procura contesta a Salvatore Savalli, l’uomo che ha ucciso - con la complicità della sua amante - la moglie al nono mese di gravidanza. La donna, Maria Anastasi, venne colpita alla testa con una zappa-piccone. Poi il corpo fu dato alle fiamme. Il cadavere, semi-carbonizzato, venne rinvenuto, dai carabinieri, lo scorso mese di luglio, in contrada Zafferana, nelle campagne trapanesi. Salvatore Savalli, accusato di omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà, nonchè di avere cagionato la morte del feto, è rinchiuso nelle carceri di San Giuliano, assieme all’amante, Giovanna Purpura, chiamata, però, a rispondere di concorso in omicidio. Per gli inquirenti, il concorso è stato materiale (per aver assistito al delitto) morale (per aver «coperto» il complice). Adesso la posizione dell’uomo - che rischia la condanna alla pena dell’ergastolo - si è ulteriormente aggravata. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso che Salvatore Savalli avrebbe usato violenza anche ai suoi figli (un maschio e due femmine, tutti ancora minorenni), colpendoli con calci e pugni al volto e all’addome senza alcun apparente motivo. In due circostanze, peraltro, avrebbe stretto le mani attorno al collo di una delle due figlie che sarebbe stata anche minacciata con un coltello. Il prossimo sette marzo, dinnanzi alla Corte d’Assise, prenderà il via il processo. Il Gup, infatti, ha accolto la richiesta di giudizio immediato, avanzata dalla Procura. Frattanto, i familiari di Maria Anastasi hanno ottenuto la podestà genitoriale sui nipoti. Il tribunale dei minori, infatti, ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Cettina Inglese che assiste i parenti della donna assassinata. Quest’ultimi si costituiranno parte civile.
Dalle carceri di San Giuliano, però, Salvatore Savalli continua a respingere ogni accusa, scaricando su Giovanna Purpura la responsabilità del delitto. Anzi, i due «amanti diabolici» continuano ad accusarsi a vicenda. «E’ stata lei». «No. E’ stato lui». Per gli inquirenti i due avrebbero agito assieme: Giovanna Purpura avrebbe distratto Maria Anastasi mentre il marito la colpiva a morte con una zappa-piccone. Poi il cadavere venne dato alle fiamme.
Dopo aver eliminato la moglie, Salvatore Savalli si recò dai carabinieri della stazione di Napola per denunciare la scomparsa della consorte. Una messinscena per depistare gli investigatori che, però, non abboccarono. Troppe contraddizioni nel suo racconto. Poche ore dopo, l’uomo finì in manette. Stessa sorte toccò alla sua amante. Adesso la vicenda - di cui si occupa la super criminologa Roberta Bruzzone che per due volte, in carcere, ha ascoltato Salvatore Savalli alla presenza del suo legale, avvocato Giuseppe De Luca - approda davanti alla Corte d’Assise che dovrà pronunciarsi su un delitto che in città suscitò sdegno e clamore: a breve, mancavano solo tre mesi, Maria Anastasi avrebbe dato al suo compagno un altro figlio.  

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