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Catrame lungo la costa di Favignana

Volontari già all’opera per ripulire la scogliera. Si prevede almeno una settimana di lavoro, ma il direttore della riserva marina è ottimista

FAVIGNANA. Un autentico scempio nel cuore della Riserva marina delle Egadi. L’habitat dell’arcipelago è minacciato da quintali di catrame finiti lungo la costa di Favignana, deturpata per oltre un chilometro da una «marea nera» che ha invaso anche la «cala del pozzo», uno dei punti più suggestivi dell’isola, deve si trova una bellissima spiaggia con sabbia corallina. L’emergenza ambientale è scattata nelle scorse ore e adesso si teme anche per Levanzo e Marettimo. Il personale dell’Area marina protetta sta monitorando le altre due isole, dove al momento non sono comunque stati segnalati casi di inquinamento.

La «marea nera» si è riversata nel litorale Nord Ovest di Favignana, nel tratto che va da punta Faraglione e punta Ferro. Il catrame ha aggredito anche la scogliera, lasciando segni vistosi in tutto il litorale. Le unità della Protezione civile dell’isola sono già al lavoro per ripulire la costa, in una autentica corsa contro il tempo per cercare di salvare il salvabile. L’intervento è coordinato dall’assessorato all’Ambiente del Comune, guidato da Giuseppe Campo, con il supporto del personale dell’Area marina protetta e dei volontari del circolo egadino di Legambiente.

Il caso di inquinamento, molto probabilmente, è stato causato dal lavaggio delle cisterne di qualche petroliera o nave cisterna passata al largo dell'arcipelago, pratica rigorosamente vietata dalla legge, come ricordato dal direttore della Riserva Marina Stefano Donati, che ha già chiesto alla Capitaneria di Porto di Trapani di verificare, con i sistemi di rilevazione satellitari, il traffico marittimo nel tratto di mare a Nord dell’arcipelago.

«Questo sversamento – ha dichiarato Donati - è probabilmente da addebitarsi alla pratica indecente del lavaggio delle cisterne di una petroliera, effettuata da qualche comandante senza scrupoli, magari in acque internazionali. Non si può quindi parlare di incidente, ma di evento doloso, che purtroppo resterà come al solito senza colpevoli. Lo Stato e le autorità internazionali dovrebbero attivarsi maggiormente per impedire e reprimere con forza questi abusi, che minacciano gravemente l’ambiente e l’economia delle coste». Il direttore della Riserva si è comunque detto fiducioso. «L’intervento tempestivo – ha evidenziato Stefano Donati – eviterà danni irreversibili all’ambiente, ma bisogna continuare con la bonifica del litorale. Per questo c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Solo un intervento di ripulitura veloce potrà consentire di minimizzare il danno». Servono dunque volontari armati di rastrello, guanti e palettina per rimuovere il catrame dalla costa favignanese.

Il circolo egadino di Legambiente ha lanciato un appello per chiamare a raccolta quante più persone possibili. Gli ambientalisti stimano che bisognerà rimuovere circa 500 chili di catrame. «Per ora – ha spiegato Donati – stiamo togliendo il catrame dall’acqua e dalla spiaggia mentre per quello finito sugli scogli, intervento decisamente più difficile, bisognerà aspettare che secchi». Si prospetta almeno una settimana piena di lavoro ed il prossimo week-end, da ogni parte d’Italia, arriveranno i volontari di Legambiente, mentre il circolo locale degli ambientalisti ha messo in moto un passaparola per coinvolgere anche i cittadini del territorio. «Si tratta di una vera e propria emergenza. È stata compromessa – ha spiegato il presidente di Legambidente Egadi Michele Rallo - anche la bellissima e preziosa sabbia corallina, unico esempio di tutte le Egadi. Ognuno di noi, con un sacchetto e qualche ora del proprio tempo può dare un prezioso contributo alla pulizia e salvaguardia dell'isola».

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