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Occupato abusivamente per tre volte: sequestrato un alloggio popolare a Marsala

In pochi giorni lo stesso appartamento è stato preso di mira da illegali. Si indaga su una «graduatoria» parallela

MARSALA. Posto sotto sequestro giudiziario un alloggio popolare: in pochi giorni era stato occupato abusivamente tre volte. Si tratta di un provvedimento attuato dalla polizia municipale diretta dal comandante Vincenzo Menfi che, in pieno accordo con il sindaco Giulia Adamo, ha deciso di adottare la linea dura per ristabilire la legalità fermando definitivamente le occupazioni abusive delle case popolari. È accaduto in contrada Amabilina, nei pressi del cosiddetto «quadrato». Qui, alcuni giorni fa, l’ufficio comunale preposto alla legittima assegnazione degli appartamenti dello IACP, scorrendo la graduatoria, ne ha assegnato uno ad una famiglia di origine tunisina. Tuttavia il nucleo familiare non ha avuto il tempo di sistemarsi dentro quella che avrebbe dovuto essere la propria casa che (forse in seguito a minacce perpetrate da ignoti), ha visto bruciato il portone d’ingresso. Immediatamente dopo quelli che erano i legittimi assegnatari hanno deciso di riconsegnare le chiavi e di lasciare l’appartamento. Ma la casa non è rimasta vuota a lungo. Immediatamente dopo qui si è «infilato» un abusivo, un uomo di circa 35 anni che, beccato dai vigili urbani, dentro la casa, pur non avendo alcun diritto ad abitarvi, è stato fatto sloggiare. Intanto gli impiegati comunali hanno riassegnato la casa ad altri cittadini che ne avevano fatto richiesta ed avevano i requisiti per ottenerla. Anche stavolta, però, il legittimo assegnatario, poche ore dopo aver messo piede dentro casa (verosimilmente dietro minaccia) ha deciso di lasciarla. Immancabile l’immediata occupazione abusiva. Nell’alloggio i vigili hanno trovato due giovani donne che, estromesse dalla polizia municipale la sera prima, sono state ritrovate dentro anche l’indomani mattina. Illegale via vai che ha spinto il comandante, anche su decisione del sindaco Adamo a prendere una posizione forte, per fermare questo stato di cose. L’accaduto, infatti, fa supporre che dietro la continua occupazione dell’alloggio (purtroppo non si tratta ci un caso unico, nella storia marsalese) ci sia l’esistenza di una sorta di «graduatoria» degli abusivi che scorre parallelamente a quella legittima degli uffici comunali. Per questo, allo scopo di impedire la reiterazione del reato, l’appartamento popolare di Amabilina è stato posto sotto sequestro giudiziario e chiunque violasse i sigilli potrebbe perfino essere arrestato. L’intento di questo atto di forza è quello di mostrare che la casa è un diritto sancito dalla Costituzione, ma che non può essere ottenuta con un sopruso.

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