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Alla sbarra per un incidente simulato Giudice lo assolve dall’accusa di truffa

Massimo Alacchi, secondo la Procura, al fine di conseguire l'indennizzo della società Milano assicurazioni S.p.A. avrebbe denunciato un sinistro stradale presso il liceo scientifico, mai accaduto, in seguito al quale la figlia, allora minorenne, dell’imputato riportò gravi lesioni alla colonna vertebrale

MARSALA. “Il fatto non sussiste”, assolto Massimo Alacchi, era accusato di truffa nei confronti di una compagnia di assicurazioni. Il Giudice del Tribunale di Marsala, Faillaci, ha assolto in formula piena il marsalese Massimo Alacchi, accusato di truffa perché, secondo la Procura, al fine di conseguire l'indennizzo della società Milano assicurazioni S.p.A. avrebbe denunciato un sinistro stradale presso il liceo scientifico, mai accaduto, in seguito al quale la figlia, allora minorenne, dell’imputato riportò gravi lesioni alla colonna vertebrale. Il processo è scaturito dalla denuncia sporta dalla Milano in quanto la compagnia – effettuate le verifiche del caso tramite un accertatore – riteneva che il sinistro del 31 marzo 2007 si fosse verificato con un ciclomotore e con un conducente diversi rispetto a quelli indicati nella denuncia dell'incidente.
In dibattimento sono stati sentiti, come testi, il rappresentante legale della Milano, una professoressa ed un bidello del liceo scientifico. Quest'ultimi hanno dichiarato che all’epoca non videro, né l'incidente, né Alacchi (difeso dall’avvocato Giovanni Galfano), nonostante lo schianto si fosse verificato nello spazio retrostante l'istituto scolastico.
Inoltre, è stato sentito in aula un giovane che ha dichiarato di avere assistito all'incidente, nonché lo stesso imputato, che si è sottoposto all'esame. Sia il pm che il difensore della Milano, l’avvocato Alessandro Talarico del Foro di Torino, hanno chiesto la condanna per Alacchi a quattro mesi di reclusione e il pagamento dei danni cagionati all’impresa d'assicurazioni.
«Abbiamo spiegato analiticamente l'effettivo svolgimento dei fatti – ha detto il difensore di Alacchi, Giovanni Galfano - mettendo in evidenza le carenze dell'impianto accusatorio, fondato su deduzioni non scientifiche, e dimostrando che le apparenti incongruenze tra le varie deposizioni testimoniali, hanno una spiegazione logica. Siamo molto soddisfatti per l’assoluzione».

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