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Mazara, motopesca sequestrati: 12 marittimi lasciano la Libia

A 49 giorni dal sequestro, oggi pomeriggio hanno lasciato il porto di Bengasi 12 dei 14 marittimi (7 italiani e altrettanti tunisini) sul motopesca 'Giulia PG'. Due marinai sono rimasti in Libia, in attesa che si svolga il processo d'appello su un altro peschereccio sequestrato

MAZARA DEL VALLO. A 49 giorni dal sequestro, nel pomeriggio hanno lasciato il porto di Bengasi 12 dei 14 marittimi (7 italiani e altrettanti tunisini) sul motopesca 'Giulia PG'. Due marinai sono rimasti in Libia, in attesa che si svolga il processo d'appello che riguarda l'altro peschereccio sequestrato, il 'Daniela L.', dell'armatore palermitano Cosimo Lo Nigro, già bloccato una prima volta l'1 dicembre 2010, quando fu condotto nel porto di Bengasi e rilasciato dopo una settimana in seguito al pagamento di un'ammenda di 5 mila euro.

I 12 marittimi, in rotta verso Mazara del vallo, arriveranno in Sicilia dopo circa 60 ore di navigazione. I pescherecci erano stati sequestrati lo scorso 7 ottobre da miliziani libici, a circa 40 miglia dalle coste cirenaiche. Quattro giorni dopo era stato compiuto un passo avanti, con la
vendita all'asta del pescato delle due imbarcazioni, mentre il 18 ottobre un malore aveva costretto al ricovero in una clinica di Bengasi il comandante del 'Daniela L.', Antonino Cittadino.

L'evolversi della vicenda dei due motopesca è stata seguita passo passo dalla diplomazia italiana: dall'ambasciatore a Tripoli Giuseppe Buccino Grimaldi e dal console a Bengasi Guido
De Sanctis, oltre che dal presidente del Distretto della pesca "Cosvap" Giovanni Tumbiolo. Anche il ministro degli Affari esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, era intervenuto sul caso lo
scorso 6 novembre incontrando a Tripoli il presidente della Repubblica popolare libica Mohamed Al Magrif e il neo premier Ali Zeidan.

Gli equipaggi erano stati scarcerati settimane fa, poi è iniziata la lunga trafila giuridica del dissequestro, resa più complicata dal fatto che al tribunale militare di Bengasi, dove la vicenda è stata trattata, si sono aperti i processi contro gli ex sostenitori di Muammar Gheddafi, elemento che ha reso più complessa la procedura burocratica per arrivare al dissequestro di una delle due imbarcazioni.

Tumbiolo nel corso delle ultime settimane ha più volte ribadito l'assenza di una politica nell'area del Mediterraneo da parte dell'Unione europea e ha sollecitato interventi urgenti finalizzati a stabilire una cooperazione tra i Paesi rivieraschi. Proprio in queste settimane il gruppo di studio del Cosvap ha stimato che negli ultimi trent'anni i danni materiali arrecati dai sequestri alla marineria mazarese superano i 30 milioni di euro. I pescherecci sequestrati sono stati 130, di
cui 5 confiscati, e tre marittimi, secondo l'analisi del Cosvap, hanno perso la vita.

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