TRAPANI. "Quando ho chiamato la Prefettura di Trapani per chiedere se fosse stato avviato il procedimento di accesso al Comune di Salemi, mi hanno detto che non conoscevano l'ordinanza di sequestro dei beni di Pino Giammarinaro ed ho provveduto ufficialmente io a trasmettere gli atti e a chiedere al ministero dell'Interno di sciogliere il Consiglio per infiltrazione mafiosa". Lo ha detto Sonia Alfano, presidente della Commissione parlamentare europea antimafia, nel corso di un incontro con i magistrati di Trapani.
Dalle indagini che hanno poi portato al sequestro preventivo di 25 milioni di euro di beni a Giammarinaro, sarebbe emerso che Cosa Nostra ha condizionato le scelte dell'amministrazione comunale di Salemi, all'epoca, guidata dal sindaco Vittorio Sgarbi.
"AL FIANCO DEI MAGISTRATI DI TRAPANI". La Procura di Trapani è tra le più esposte. Mi preoccupa ciò che sta accadendo ad alcuni magistrati e, soprattutto, il silenzio che c'é stato su più livelli", ha affermato Sonia Alfano. "Se guardiamo ai numeri e a tutto quello che è stato fatto in termini di misure di prevenzione ci rendiamo conto della strategica azione di questo Ufficio".
"Abbiamo bisogno di aiuto, confidiamo su di lei", ha detto il presidente del Tribunale di Trapani, Roberto De Simone, rivolgendosi a Sonia Alfano. "In una terra come la Sicilia, in cui i segnali hanno particolare importanza, oggettivamente, abbiamo bisogno dell'attenzione delle istituzioni", ha affermato il procuratore Marcello Viola, ringraziando l'europarlamentare per la visita a Trapani e "per l'attenzione mostrata sulla sicurezza dei magistrati, degli operatori di polizia, nonché sulle problematiche degli uffici giudiziari"