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Alcamo, da Inici arriverà più acqua: tra un mese altri 30 litri al secondo

Attualmente i turni di erogazione sono di sette giorni, ma in alcune zone l’attesa è più lunga

ALCAMO. Ieri ad Alcamo pioggia abbondante. "Ma non c'è acqua", ci segnalano tanti cittadini che soprattutto su Facebook danno sfogo al proprio malcontento. In che senso non c'è acqua? Ma è chiaro. La risposta proviene dai rubinetti.

Il paradosso, infatti, riguarda i clamorosi, anche se ormai annosi, ritardi con cui si susseguono i turni di approvvigionamento idrico, che in generale sono adesso settimanali, stando alle informazioni che ci fornisce l'ufficio comunale Acquedotto. Quindi, acqua che arriva ogni sette giorni. C'è pero chi aspetta acqua per ben oltre una settimana. Facciamo allora il punto della situazione con il sindaco Sebastiano Bonventre. «Allo stato attuale — ha detto quest'ultimo in una delle recenti sedute del Consiglio comunale — la città riceve l'approvvigionamento dalla zona Dammusi e dalle sorgenti Cannizezaro. Per quanto riguarda la prima sorgente, non viene effettuata la dovuta manutenzione e ho convocato una riunione in proposito. La seconda sorgente potrebbe dare 50-60 litri al secondo ma la rete è completamente fatiscente. Con alcuni ingegneri idraulici è stata valutata la possibilità di una protezione delle condutture dall'interno, anche se è una soluzione costosa». Bonventre ha poi riferito: «Essendomi recato al Genio civile per sapere quali altre fonti di approvvigionamento ci possano essere, mi è stato detto che gli unici pozzi sono quelli di Inici e solo per uno è stato dato il via libera. È stato quindi dato il via alle procedure per l'immissione dell'acqua nelle nostre condutture e forse a metà novembre si potrà usufruire di ulteriori 30 litri di acqua al secondo».

Il sindaco ha quindi aggiunto: «Si stanno facendo dei lavori a Montescuro che intorno a marzo dovrebbero dare circa 70 litri di acqua al secondo. È chiaro però che non si può continuare ad andare avanti mettendo pezze. Il problema va aggredito. Sono dell'idea — ha concluso Sebastiano Bonventre — che noi dovremmo rendere efficienti al massimo le nostre sorgenti e, soltanto nelle emergenze, ricorrere alla dissalata proveniente da Siciliacque che ha invece un costo rilevante. Bisogna quindi sedersi intorno a un tavolo e fare un piano delle acque. La situazione al momento è veramente drammatica. Intravedo la luce su questo problema soltanto verso marzo-aprile».

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