POGGIOREALE. Presentate dall'architetto abruzzese Oriano Lelio Di Zio le linee guida per il progetto di recupero del vecchio centro di Poggioreale, gravemente danneggiato dal terremoto del gennaio 1968. Un piano pronto a muovere i primi passi grazie al finanziamento di euro 768.422,91 concesso, mesi fa, al comune di Poggioreale dalla giunta del Governo Regionale presieduta allora da Raffaele Lombardo.
Un finanziamento che consentirà di eseguire un primo intervento di messa in sicurezza di "porzioni" del vecchio paese. In particolare: la piazza Elimo e il Corso Umberto I. «Le linee guida — precisa Leonardo Salvaggio,sindaco di Poggioreale — rappresentano l'ABC da seguire e rispettare nel piano di recupero della Poggioreale vecchia che va rivitalizzata». A snocciolare le linee guida è stato chiamato l'architetto Di Zio, esperto nella messa in sicurezza, recupero e fruizione dei centri antichi, a cui l'amministrazione comunale di Poggioreale ha conferito l'incarico della redazione del piano progettuale.
«Le linee guida — dice l'architetto Di Zio — devono enunciare in maniera chiara, al di là dei tecnicismi, i principi espressi nella Carta dei Valori e della Qualità per Poggioreale, documento approvato nel 2010 dal consiglio comunale di Poggioreale». Un motto, un ritornello che dovrà animare il piano di recupero del vecchio paese? «Non un recupero riferito alle sole sagome edilizie — risponde Di Zio — ma il recupero e la conservazione della bellezza del vecchio paese di Poggioreale». Nei piani progettuali, il vecchio paese viene suddiviso in tre "macrozone": la zona centrale a totale recupero, la zona a nord residenziale e la zona a sud definita parco a rudere. «Le linee guida — aggiunge l'architetto Di Zio — diranno chiaramente cosa è consentito fare in queste tre zone». Linee guida non solo per il recupero degli edifici. Infatti non mancano i riferimenti anche alla salvaguardia del paesaggio urbano, ai mezzi e sistemi di accesso, alla tutela dei campi aperti (giardini), all'illuminazione pubblica. Resta il nodo complesso e delicato della realizzazione delle opere di urbanizzazione, a corredo dell'opera di recupero degli edifici. Secondo una stima appropriata occorrerebbero ben 18 milioni di euro.
«Escluso a priori il percorso del bilancio comunale — dice Di Zio — avanzerebbero tre ipotesi: partecipazione di enti pubblici come Provincia, Regione, Stato, Comunità Europea, individuazione di partner privato, massiccio intervento di un investitore privato. Le tre ipotesi hanno punti di forza e di debolezza. A riguardo — conclude Di Zio — mi preoccupa il generale scetticismo degli investitori stranieri nei confronti di noi italiani».