PALERMO. Da poche ore il gip gli ha revocato i domiciliari e Girolamo Fazio, candidato sindaco di Trapani sospeso, per la legge Severino, dalla carica di deputato regionale dopo l'arresto per corruzione, non rinuncia al bagno di folla. Da uomo "quasi libero" - il giudice gli ha imposto il divieto di dimora a Palermo - sceglie di festeggiare al suo comitato elettorale, dove una folla di sostenitori lo acclama. Nonostante tutto.
L'aspirante primo cittadino è coinvolto nell'inchiesta che ha portato in cella l'armatore Ettore Morace e che ha coinvolto l'ex sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Fazio cerca la benedizione dei suoi, il "vai avanti" che attende per decidere se continuare la campagna per le amministrative del 10 giugno.
Un candidato "azzoppato" da una indagine pesante che sfida un ex amico, Antonio D'Alì, senatore di Fi sotto processo per concorso in associazione mafiosa, per il quale la procura di Palermo ha da poco chiesto la sorveglianza speciale. Il tributo riservato a Fazio non lascia spazio a dubbi.
I suoi vogliono che continui. "Io non sono un corrotto, ma ho bisogno che questo sia dimostrato, ecco perché non ho voluto prendere una decisione da solo", dice ai suoi. La "consultazione" si chiude con un applauso. "Ho troppo rispetto per le istituzioni: se non avessi la coscienza pulita non avrei proseguito la campagna elettorale", aggiunge il deputato di Ap che, però, sulle indagini sceglie di non fare commenti. "Ci sarà tempo per parlarne. Ma non penso ad una giustizia ad orologeria; credo si sia trattato di una coincidenza", conclude.
La decisione di revocargli i domiciliari arriva dopo un lunghissimo interrogatorio. Fazio ha risposto al giudice e ha fatto qualche ammissione. Parlare di collaborazione con gli inquirenti, però, è forse troppo. Secondo indiscrezioni, infatti, il candidato sindaco si sarebbe limitato a non negare fatti praticamente incontestabili e ad aggiungere qualche particolare.
Fazio che, in cambio di regali e soldi, avrebbe favorito l'armatore Morace sfruttando la sua carica di deputato regionale, avrebbe ammesso di aver ricevuto dall'imprenditore, tra l'altro, 150mila euro (e non 100 come sostenevano i pm) per ristrutturare una casa e un b&b. L'inchiesta, con cui i pm di Palermo hanno svelato un giro di corruzione con al centro Morace, si è suddivisa in più tranche. Quella relativa a Fazio è stata trasmessa alla Procura di Trapani per competenza.
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