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"Truffa sui contributi", indagato il vescovo di Mazara. I suoi legali: "Mai preso del denaro"

Domenico Mogavero

MAZARA DEL VALLO. Una bufera giudiziaria investe la diocesi di Mazara del Vallo e quella di Trapani. Nuove accuse vengono mosse al vescovo Domenico Mogavero, mentre si chiude un'altra indagine, quella sull'ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè, già rimosso dall'incarico due anni fa.

Mons. Mogavero, indagato per appropriazione indebita da più di un anno per presunti ammanchi milionari e per un utilizzo improprio dei fondi dell'8 per mille andati alla Curia, adesso deve rispondere anche di truffa e abuso d'ufficio. Al centro delle nuove accuse la parrocchia San Lorenzo, un'opera "avveniristica" per il quartiere Trasmazzaro-Miragliano. Cinque anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500 mila dei quali sarebbero finiti altrove. La nuova ipotesi di reato, contestata anche al predecessore di Mogavero, mons. Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di essere spostato a Messina, all'architetto Francesco Scarpitta e all'ingegnere Bartolomeo Fontana che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa, è contenuta nell'avviso di conclusione delle indagini che è stato notificato a tutti gli indagati a firma del sostituto procuratore Antonella Trainito.

Secondo l'accusa, il contributo alla Cei fu chiesto da monsignor La Piana e la parrocchia di San Lorenzo fu costruita dal 2007 al 2011 e inaugurata da monsignor Mogavero nel 2012. La truffa sarebbe consistita nel richiedere alla Regione siciliana il contributo per la realizzazione dell'opera che era già stata finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell'8 per mille. "Chiederemo un interrogatorio del vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala", ribattono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il vescovo.

"La prima vicenda - spiegano i legali - ha avuto inizio con la richiesta e l'ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del vescovo Calogero La Piana. La Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l'ulteriore finanziamento". "Peraltro, la stessa Procura dà atto, per averlo accertato, - afferma la difesa - che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell'opera".

Chiusa anche l'indagine sull'ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, rimosso dall'incarico due anni fa in seguito alle accuse di appropriazione indebita e malversazione che ruotavano attorno alla presunta gestione poco trasparente dei fondi dell'8 per mille di cui Miccichè - secondo l'ipotesi accusatoria - si sarebbe appropriato. A Miccichè viene contestata anche la diffamazione e calunnia (reati per i quali c'è una richiesta di rinvio a giudizio) nei confronti di un altro sacerdote, don Antonino Treppiedi, che in un primo tempo era stato indicato dal vescovo come il responsabile degli ammanchi in Curia e che poi si è trasformato in un teste d'accusa nei confronti di Miccichè.

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