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Mafia, arrestato in Romania il boss di Mazara Vito Bigione: vicino a Messina Denaro, era tra i primi 30 ricercati

Arrestato in Romania il latitante Vito Bigione, di Mazara del Vallo. Era tra i primi trenta della lista dei ricercati.

Bigione è stato catturato intorno alle 9 ad Oradea in Romania, nella provincia di Timișoara. L’operazione di polizia si è conclusa in collaborazione con la polizia rumena, attraverso l’esperto per la sicurezza in Romania e la direzione S.i.r.n.e. del dipartimento della pubblica sicurezza di Roma.

L’attività investigativa, diretta dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo con il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti pubblici ministeri Francesca Dessi e Alessia Sinatra, arriva dopo due mesi di ricerche. Di recente era emerso per i suoi contatti con esponenti della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo arrestati nell’operazione “Anno Zero”, della direzione distrettuale antimafia di Palermo nel 2018.

Bigione è stato condannato in via definitiva a 15 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione Igres. Ma quando la polizia di Mazara del Vallo è andata a cercarlo per portarlo in carcere non ha trovato nessuno.

Gli inquirenti considerano Bigione come uno dei primi broker che ha messo in contatto cosa nostra, la 'ndrangheta e i cartelli sudamericani che gestiscono il traffico internazionale di cocaina. Bigione, 66 anni, uomo di spicco della mafia trapanese, è ritenuto vicino al super latitante Matteo Messina Denaro. Era specializzato nel traffico di sostanze stupefacenti, tramite i suoi pescherecci. Nel 2003 mentre la polizia lo cercava in Italia, si era rifugiato in Namibia, e lavorava come manager di un ristorante. Grazie ai suoi legali Bigione evitò l'estradizione. Fu arrestato nel 2004. Tornato in libertà, è stato nuovamente condannato, e negli ultimi sette mesi era irreperibile,

La prima accusa per traffico di stupefacenti per Vito Bigione risale al 1995 e pochi mesi dopo si trasferì  in Namibia. Nei primi anni del 2000 fu accusato di traffico di centinaia di chilogrammi di cocaina da Brasile, Colombia e Namibia all'Italia. Il narcotraffico sarebbe stato sovvenzionato dalla famiglia mafiosa degli  Agate di Mazara del Vallo e dalla cosca di Marando di Platì, di Reggio Calabria. Bigione era una figura di mediazione e raccordo tra cosa nostra, 'ndrangheta e i cartelli colombiani.

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