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Calatafimi Segesta Festival, al Teatro Antico la prima nazionale di Penelope

Luana Rondinelli

Domani, 20 agosto alle 19.15, al Teatro Antico di Segesta va in scena in prima nazionale Penelope - L'Odissea è fimmina. Una riscrittura tratta da Omero di Luana Rondinelli, che ne firma anche la regia. Un testo vincitore del premio “Anima Mundi” alla drammaturgia femminile.

Interpreti saranno Giovanna Centamore, Corinna Lo Castro, Luana Rondinelli, Mauro Failla, Giovanni Maria Currò, Camilla Bianchini. La supervisione artistica è di Nicasio Anzelmo, direttore del Festival di Calatafimi Segesta - Dionisiache 2018, la manifestazione organizzata dal comune di Calatafimi Segesta in sinergia col Parco Archeologico di Segesta.

La protagonista è Penelope, moglie di Ulisse e madre di Telemaco, discendente da parte di padre dal grande eroe Perseo e cugina di Elena. La figura di questa donna viene rappresentata come non si era mai vista. Un punto di osservazione nuovo in questa rielaborazione e riscrittura di Luana Rondinelli, una delle più promettenti giovane drammaturghe italiane.

Prende il nome da un mito riguardante la sua infanzia: quando nacque fu gettata in mare per ordine del padre e fu salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Dopo questo evento i genitori la ripresero con loro e le diedero il nome di Penelope, che significa appunto "anatra".

Tuttavia per alcuni il nome è connesso all'evento della tela che la vide protagonista nell'Odissea. Una gioventù molto combattuta, violentata più volte dal padre, data in sposa a Ulisse, di cui attese per vent'anni il ritorno. Cresce da sola il piccolo Telemaco, evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva.

Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, rimandava all'infinito il momento della scelta. L'astuzia di Penelope, tuttavia, durò "solo" per poco meno di quattro anni a causa di un'ancella traditrice che riferì ai proci l'inganno della regina.

Alla fine, Ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse con la moglie. Penelope è il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile. Tornato nuovamente a casa dopo l'estremo viaggio, Ulisse poté nuovamente godere della moglie e secondo una versione la rese incinta di altri due figli: Poliporte e Arcesilao.

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