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Santa Ninfa, torna in funzione l'orologio d'epoca distrutto dal terremoto del Belice

Dopo cinquant’anni torna a funzionare l’orologio comunale di Santa Ninfa. A restaurarlo è stato Tommaso Biondo, nipote di Tommaso Randazzo detto “Ciccio”, l’addetto a dare la carica giornaliera. L’orologio era posto sulla sommità del Municipio e funzionò sino al 1968, l’anno del terremoto nella Valle del Belice.

«Il pesante complesso meccanico all’interno della torretta, con i suoi ingranaggi e i suoi lunghi pesi scendevano per 14 metri ogni 24 ore, e se non si dava corda, l’orologio si fermava» spiega Tommaso Biondo. Per cinquant’anni quello che restò dell’orologio – smontato per la demolizione del Municipio pericolante – fu messo nei magazzini del Comune. Ruggine e oblio nei decenni della ricostruzione hanno lasciato che tutto finisse nel buio della memoria.

Tommaso Biondo ha pensato di restaurarlo. Ha ripulito i pezzi dalla ruggine e dall’ossido, ha riparato i pezzi danneggiati, ricostruito quelli mancanti e ha modificato il sistema di leve per far suonare le campane. Il sistema di ricarica da manuale è stato modificato con quattro motori elettrici che azionano i quattro pesi con dei timer.

Il restauro ad opera di Tommaso Biondo (commissionato dal Comune) è stato anche accompagnato da un’appassionante e originalissima attività di ricerca. Questo orologio, chiamato a quattro treni, fu uno dei più completi in uso all’epoca, «oggi è l’unico rimasto in Italia» spiega Tommaso Biondo. Oggi l’orologio, visibile sia nella parte anteriore che posteriore, è sistemato in una teca in piazza Libertà a Santa Ninfa, nella stessa piazza dove si affaccia il Comune.

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