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Incendio a Monte Porcello a Sciacca, a giudizio un giovane di Alcamo

Il Gup del Tribunale di Sciacca, Rosario Di Gioia, ha disposto il rinvio a giudizio di Fabio Milazzo, di 21 anni, di Alcamo, accusato di essere stato l’autore di uno tra i principali incendi divampati nell’estate del 2017 nel territorio di competenza della Procura della Repubblica di Sciacca.

Il giovane, che si trova agli arresti domiciliari, ha sempre respinto le accuse, ma per la Procura di Sciacca, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri e dal Corpo Forestale, sarebbe stato lui, dando fuoco in diversi punti della vegetazione secca, a cagionare un incendio boschivo che, nonostante l’intervento pressoché immediato del Corpo Forestale, si è esteso al bosco demaniale di Monte Porcello, interessando, complessivamente, oltre 54 ettari di superficie, in territorio di Salaparuta.

I carabinieri hanno notificato poche settimane fa a Milazzo un provvedimento di arresti domiciliari emesso dalla sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà del Tribunale di Palermo. Il giovane venne fermato nell’immediatezza dei fatti, il 7 agosto del 2017.

Il pubblico ministero, Christian Del Turco, che ha coordinato le indagini fin dalla prima fase e che poi ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, aveva chiesto al Gip la convalida e la misura dei domiciliari. Il giudice ha convalidato, ma rigettando la richiesta di applicazione della misura.

Il pm Del Turco si è rivolto al Tribunale del Riesame chiedendo l’applicazione dei domiciliari ed i giudici hanno accolto l’appello. La difesa di Milazzo ha presentato ricorso per Cassazione che è stato rigettato. Pertanto, la richiesta di applicazione della misura dei domiciliari è stata accolta.

Adesso Milazzo è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Rosario Di Gioia, e dovrà comparire, il 5 giugno prossimo, dinanzi al giudice monocratico.

Lo scorso anno la Procura della Repubblica di Sciacca oltre a riservare una grande attenzione alle indagini sugli incendi ha promosso un protocollo che ha dettato nuove regole per gli accertamenti consentendo non soltanto una diminuzione dei roghi del 30 per cento rispetto all’anno precedente nel territorio di competenza dell’ufficio giudiziario, ma anche una sensibile riduzione delle notizie di reato, passate da 81 a 41.

Da un lato si è attivato un sistema di accertamento più completo per risalire subito ai proprietari delle aree interessate ed a verificare il rispetto delle regole, in particolare il divieto di compiere nel periodo estivo operazioni che possano favorire il pericolo di incendio e l’obbligo di realizzare i viali tagliafuoco, e dall’altro il protocollo è stato un validissimo deterrente per indurre i privati a seguire le direttive in materia a cominciare dai regolamenti sulle modalità di impiego dei fuochi controllati nelle attività agricole.

Hanno operato sul campo le compagnie dei carabinieri di Sciacca, Castelvetrano e Cammarata, l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Agrigento e di Trapani, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Agrigento e di Trapani, la Polizia Municipale ed i Comuni attraverso gli uffici tecnici.

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