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Una mappa archeologica dell'antica Lilibeo: al via i rilevamenti a Marsala

MARSALA. Una nuova campagna di rilievi archeologici nel Parco di Capo Boeo. Si tratta della seconda campagna di rilievi condotta dalle Università di Amburgo e di Palermo, nel quadro di una apposita convenzione che le due Università hanno stipulato con il Polo Regionale di Trapani e Marsala, diretto dall’architetto Luigi Biondo per un progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione della prima «Carta» archeologica della antica Lilibeo e alla ricostruzione più dettagliata del suo impianto urbano del quale, nel tempo, sono già affiorate delle eloquenti tracce che, grazie ai nuovi rilievi archeologici portati avanti dai due Atenei di Palermo ed Amburgo, potranno consentire finalmente la realizzazione di una significativa ed interessante cartografia dell’antica Lilibeo, condizione essenziale per conoscere il territorio e programmare eventuali nuove campagne di scavi per riportare alla luce quello che era l’assetto urbano dell’antica città di Lilibeo.

Di fatto si tratta della prosecuzione di un lavoro di ricerca avviato 11 anni fa, nel 2007, quando in convenzione con la Soprintendenza di Trapani, furono avviate delle campagne di scavo nella cosiddetta «Zona Mura» del parco archeologico di Lilibeo (settore nord-orientale delle fortificazioni), dirette dai professori Nicola Bonacasa e Inge Nilsen, dove l’archeologa Rossella Giglio, dirigente archeologo della stessa Soprintendenza, già allora, individuò un tratto delle antiche mura di Lilibeo, attraverso la ricerca scientifica. La convenzione fu proseguita nel 2012 con il Museo Lilibeo, allora sede del Parco archeologico e ambientale di Marsala, e rinnovata nel 2017 con il Polo regionale di Trapani e Marsala, di cui il Museo, oggi diretto da Anna Maria Parrinello, fa parte.

La missione appena avviata è composta da docenti e giovani ricercatori dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Amburgo, del Dipartimento Culture e Società e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale e dei Materiali dell’Università di Palermo si concluderà a fine mese. In questa prima fase della ricerca è in atto il rilevamento delle emergenze archeologiche del Parco, tramite l’utilizzazione di tecniche di rilievo topografiche e fotogrammetriche avanzate.

Il rilievo strumentale delle strutture è integrato con rilievi aerofotogrammetrici realizzati con l’uso di un «drone» (Sistema Areromobile a Pilotaggio Remoto) che hanno consentito di ottenere ricostruzioni tridimensionali estremamente dettagliate delle “Insulae” di Capo Boeo e della Plateia “Aelia”, il cosiddetto “Decumano massimo”; inoltre i rilievi aerofotogrammetrici hanno consentito di avere immagini e ortofoto di altissima risoluzione per le successive fasi di studio delle strutture archeologiche.

Per questa seconda campagna di ricerca nell’area di Capo Boeo, oltre alla prosecuzione dei rilievi strumentali e dei voli fotogrammetrici, è previsto l’uso di un “drone” equipaggiato con una camera termica ad alta risoluzione per la ricerca e la individuazione delle strutture ancora sepolte. Una terza campagna è in programma per il prossimo mese di settembre, per proseguire con il rilievo dei monumenti presenti sia nell’area archeologica di Capo Boeo, che nei siti archeologici urbani, per essere inseriti nella pianta a scala dettagliata e la loro valorizzazione. A conclusione della campagna i risultati saranno illustrati dai componenti della missione nel corso di una conferenza stampa che si terrà, venerdì 23 marzo.

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