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Usura e intestazione fittizia di beni a Mazara, in dieci a giudizio

Tribunale di Marsala

MARSALA. E’ stato avviato, al Tribunale di Marsala, un processo che vede imputate dieci persone di Mazara del Vallo accusate, a vario titolo, di usura e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante, in alcuni casi, di aver favorito Cosa Nostra. Alla sbarra anche il consigliere comunale Andrea Burzotta, di 44 anni, ex consigliere provinciale di Forza Italia, il padre Giuseppe Burzotta, di 67, imprenditore, ex consigliere comunale socialista e già "sorvegliato speciale» in quanto «indiziato» come vicino a Cosa Nostra, anche se non è mai stato condannato per associazione mafiosa.

Gli altri otto imputati sono Calogero Cangelosi, di 71 anni, il figlio Michelangelo, di 28, Gaspare Castelli, di 63 anni, e i figli Francesco, di 28, Vincenzo, di 34, e Paolo, di 39, quest’ultimo residente ad Angera (Va), Vito Gancitano, di 72, e Vincenzo Sinacori, di 62. A sostenere l’accusa è il pm della Dda Giacomo Brandini. L’inchiesta è stata coordinata dai pm della Procura di Palermo Paolo Guido e Francesco Grassi.

Nel luglio 2016, la Dia di Trapani sequestrò beni per oltre 4 milioni di euro «riconducibili» a Giuseppe Burzotta e ai componenti del suo nucleo familiare, tra cui anche il figlio Andrea. Secondo la Dia, infatti, Burzotta senior, pur non avendo condanne per mafia, «rientra tra i soggetti indiziati di 'appartenenzà ad una associazione di tipo mafioso», fornendo ad alcuni suoi esponenti di Mazara «supporto economico».

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