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Accordo Coldiretti-Parco di Selinunte: saranno reintrodotte le produzioni di una volta

PALERMO. Restituire al Parco di Selinunte la vocazione agricola reintroducendo le produzioni di grano, vino e olio di cui era ricco 3.000 anni fa. Lavorare insieme per lo sviluppo del patrimonio turistico siciliano che lega la cultura e la storia ai i vari settori produttivi.

Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa tra Coldiretti Sicilia e il parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa  con cui si avvia una serie  di azioni congiunte per valorizzare al meglio le risorse di uno dei posti simbolo dell’Isola.

 

Il Parco Archeologico, con i suoi oltre trecento ettari di estensione è il più grande di Europa – ricorda Coldiretti Sicilia – ed era ricco di coltivazioni di cereali, olivi, viti e allevamenti ovicaprini. Ripristinare il patrimonio agricolo della zona, connotando le produzioni che rappresentano il perno identificativo dell’area, offrendo un marchio territoriale di grande valore,  rappresenta il cuore del progetto che può incrementarne il valore.

Il protocollo è stato firmato ieri dal presidente regionale Francesco Ferreri e dal direttore del parco, Enrico Caruso. "E’ una scommessa importante – commenta il presidente Coldiretti -. Noi forniremo la consulenza tecnica per individuare le aree vocate alle diverse coltivazioni ed avvieremo numerose altre attività che possano far crescere l’area". "Lavorare insieme oggi  è  determinante – ha aggiunto il direttore del parco, Enrico Caruso,  perché dimostra che il patrimonio culturale aggrega. In un’ottica di crescita siamo tutti coinvolti per migliorare quanto la Sicilia possiede".

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