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Espianto di organi all'ospedale di Trapani, salvati tre pazienti a Palermo

L'equipe dell'ospedale di Trapani

TRAPANI. È stato eseguito questa mattina, all'ospedale S. Antonio Abate di Trapani un prelievo di organi per trapianto a un paziente di 76 anni, deceduto nel reparto di Rianimazione. Tale attività nasce dalla collaborazione tra il Coordinamento Trapianti dell'Asp, guidato da Antonio Cacciapuoti e l'Ismett di Palermo.

Il paziente D.G. è deceduto a seguito di un grave trauma cranico, e la commissione istituita ad hoc dal direttore di presidio Maria Concetta Martorana ne ha accertato la morte cerebrale. L'intervento di prelievo di fegato e reni è stato effettuato dell'equipe dell'Ismett, coadiuvata da Cacciapuoti e dall'infermiere del coordinamento Ivan Paesano. Il fegato e i reni sono stati immediatamente trasportati a Palermo e trapiantati all'Ismett a tre pazienti che erano in lista d'attesa.

Il commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Giovanni Bavetta, ha ringraziato per il lavoro svolto la direzione sanitaria dell'ospedale, il Coordinamento locale trapianti, i reparti di neurologia, con i tecnici di neurofisiopatologia, radiologia, laboratorio di analisi e il personale di sala operatoria.

“Sono sempre più convinto – ha detto Bavetta - che il gioco di squadra che gli operatori sanitari della nostra azienda stanno mettendo in campo servirà sempre di più a curare meglio i nostri cittadini e, come in questo caso, a salvare altre vite umane”.

E il commissario ha anche voluto ricordare il tragico evento accaduto due giorni fa nello stesso ospedale.

“Sono vicino ai genitori della piccola che ha perso la vita per una sospetta sepsi fulminante. Assicuro loro che non abbiamo dimenticato, che gli accertamenti avranno il massimo rigore scientifico per il rispetto che si deve ad una nuova creatura che aveva tutto il diritto di vivere. Se ci sono responsabilità avremo il coraggio di ammetterlo – conclude Bavetta - ma ad alcuni ‘sciacalli’ che si sono già appalesati dico, per lo stesso rispetto, di aspettare che si faccia prima luce sulla vicenda, invece di utilizzare la più becera, la più deplorevole e superficiale speculazione”.

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