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Castelvetrano, dal Comune l'allarme evasione: buco da 42 milioni di euro

PALERMO. Castelvetrano registra un'impennata nell'evasione delle tasse, con un buco di 42 milioni di euro. Non solo ci sono tributi non pagati, ma anche la mancata riscossione, fino alle concessioni edilizie e alle convenzioni a canoni bassissimi di cui hanno giovato anche i favoreggiatori di Messina Denaro.

Questa la fotografia scattata dal presidente della commissione straordinaria che amministra il Comune, Salvatore Caccamo. Il comune di Castelvetrano è stato commissariato lo scorso giugno dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, ha sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

Negli ultimi cinque anni dal 2012 al 2017 il Comune ha avuto una mancata riscossione pari al 65%. Dei 42 milioni evasi 35,5 milioni sono di entrate tributarie,7,3 milioni di extra tributarie come  imposte comunali su rifiuti, immobili, servizio idrico e imposte pubblicitarie non versate, durante l'amministrazione guidata dal sindaco Felice Errante.

La lotta all'evasione, come emerge dagli accertamenti sulle caselle esattoriali, si è assestata all'1,50%. Questo significa che l'evasione era legalizzata. A dicembre 2017 stavano per scadere 1.400 cartelle esattoriali ma stavolta la Commissione le ha nuovamente notificate interrompendo così la prescrizione. Con alcuni debitori è stato stipulato un piano di rientro.

Per la restante parte invece è stato definito un piano di rateizzazione. Sono già arrivate istanze di pagamento per 1,5 milioni di euro. Il Comune nell’ultimo quinquennio ha ricevuto 32 milioni dallo Stato, che ora dovrà restituire. Per fermare l'emorragia adesso i commissari hanno ottenuto un'anticipazione di 6,3 milioni riservati ai Comuni sciolti per mafia e utili per pagare gli stipendi e iniziare a pagare una parte dei debiti pregressi.

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