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Armatori di Mazara con l’incubo dei sequestri

MAZARA DEL VALLO. Domani il peschereccio «Anna Madre» ritorna sui banchi di pesca. Era stato sequestrato da una vedetta militare tunisina il 16 settembre scorso e liberato dopo 21 giorni con il pagamento di un’ammenda di 34. 500 euro da parte della società «Giovane pesca srl». Lo scorso 6 ottobre i due marittimi, che erano stati trattenuti a bordo del peschereccio, sono rientrati in città mentre l’«Anna Madre» è rimasto nel porto di Sfax per terminare i giorni del riposo biologico.

L’equipaggio, costituito da 10 marittimi, è ripartito per Sfax per ritornare a pescare. Una vicenda che è terminata ma tra i pescatori di Mazara c’è paura. Si sentono accerchiati dalle vedette militari tunisine e da quelle libiche.

Gli ultimi episodi relativi ad aggressioni e poi del sequestro dell’«Anna Madre» da parte dei militari tunisini e quello del «Ghibli Primo», da parte dei libici del 15 maggio scorso , hanno lasciato il segno nella marineria. I pescatori lavorano con la paura addosso ed appena vedono l’ombra di una vedetta tunisina o libica, sperano che non accada nulla. Il rischio è che i pescherecci di Mazara del Vallo paghino un prezzo ancora più alto, con il pericolo per la vita degli stessi marittimi imbarcati, a causa dell’escalation delle tensioni in Tunisia ma principalmente in Libia.

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