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Peschereccio sequestrato torna a Mazara, Tumbiolo: "Una guerra che dura da 50 anni"

MAZARA DEL VALLO. "E' stata una lunga e articolata trattativa a vari livelli che, grazie al costante monitoraggio della Farnesina, alla abilità della diplomazia italiana e agli ottimi rapporti, in vari ambiti con la Tunisia, ha trovato una soluzione". Lo dice in una nota diffusa stamani Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della pesca e crescita blu, in relazione al rientro in Italia, in nottata e dopo venti giorni, del comandante e del direttore di macchina del peschereccio mazarese Anna Madre, sequestrato nella notte tra il 15 e il 16 settembre scorsi in acque internazionali da militari tunisini che hanno condotto il natante a Sfax.

"Non bisogna però - ha proseguito Tumbiolo - abbassare la guardia e guai a dimenticare che questa è una guerra che dura da oltre 50 anni e che ha procurato ingenti danni all'economia ittica siciliana. Danni soprattutto economici che l'Osservatorio della pesca del Mediterraneo ha quantificato in circa 100 milioni di euro".

Ieri mattina il Coordinamento filiera ittica Mazara, che si è riunito per parlare del Premio cittadino europeo che sarà ritirato a nome della marineria mazarese dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha posto una questione: "Chi risarcirà, e quando, i danni di questa guerra spesso dimenticata, che la comunità marinara ha sopportato da sole sulle proprie spalle?".

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