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Il delitto Marcianò a Campobello, si segue la pista mafiosa

Giuseppe Marcianò

CAMPOBELLO DI MAZARA. Hanno imboccato una pista precisa le indagini sull’omicidio di Giuseppe Marcianò, il quarantasettenne imprenditore agricolo originario di Carini ucciso a colpi d’arma da fuoco, lo scorso 6 luglio, nelle campagne di Campobello di Mazara.

L’agguato scattò in contrada Bosco Vecchio, in una delle stradine che dalla frazione balneare di Tre Fontane, dove la vittima trascorreva i mesi estivi con la moglie e i due figli, portano verso l’entroterra. La novità è che l’indagine, inizialmente coordinata dalla Procura di Marsala, con il pm Niccolò Volpe, e la Dda di Palermo, con l’aggiunto Paolo Guido, adesso è passata esclusivamente nelle mani dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Evidentemente, da quanto emerso, la pista sarebbe mafiosa. Del resto, così già facevano presumere, sin dal primo momento, le modalità dell’omicidio: dalle armi utilizzate, una pistola e un fucile, all’auto utilizzata dai killer bruciata subito aver portato a termine la missione di morte.

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