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Tratta di migranti e contrabbando: due le piste per l'omicidio di Campobello di Mazara

CAMPOBELLO DI MAZARA. Il quarantasettenne Giuseppe Marcianò, ucciso giovedì mattina intorno alle 10, con due colpi di pistola, uno dietro la schiena e l’altro in testa mentre si trovava nel suo appezzamento di terreno in Contrada Bosco Vecchio, a Tre Fontane, sarebbe stato coinvolto in un giro riguardante l’immigrazione clandestina e il contrabbando di sigarette.

Secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato un basista di un’organizzazione che opera in tutta la costa trapanese non solo in merito al traffico delle persone migranti ma anche al traffico illegale dei tabacchi. Tanto che era stato sottoposto ad una indagine sul traffico di migranti condotta dalla Guardia di Finanza. In passato era stato coinvolto in un traffico di droga che avveniva tra la Sicilia, la Calabria e la Colombia.

L’auto utilizzata dai killer è stata trovata completamente bruciata e abbandonata a pochi metri dal luogo dell’agguato. A dare l’allarme sono stati i vigili del fuoco che passavano da quella zona perché a pochi metri avevano spento un incendio.

Resta da capire se c'è un legame con i fermi effettuati nei giorni scorsi di quattro extracomunitari di nazionalità tunisina di età dai 20 ai 40 anni, per i reati di immigrazione clandestina, traffico di tabacchi lavorati esteri e omicidio. L’accusa di omicidio per gli extracomunitari pare sia legata al ritrovamento in mare di un cadavere riconducibile a un giovane immigrato, durante uno sbarco avvenuto la notte tra il 23 e il 24 maggio a Capo Granitola. Marcianò sarebbe stato indagato in questa operazione.

Sembra che gli inquirenti non escludano la pista mafiosa viste le modalità dell’omicidio, ma stanno valutando tutte le piste riconducibili agli affari illeciti di Marcianò.

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