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Pasti in ospedale a Castelvetrano, lamentele dei pazienti

CASTELVETRANO. E’ lo stato in cui arrivano i pasti nei reparti e non la qualità degli alimenti - che risulta buona - a rendere poco gradevoli i pranzi ai degenti dell’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano. Lo dice Serena Navetta, del Tribunale per i diritti del malato (Tdm), dopo diverse lamentele di pazienti e di loro familiari.

«Posso garantire - dice - come componente della commissione ispettiva che più volte, ogni mese e senza preavvisi, entra nella cucina e nei reparti durante l’ora di pranzo, che gli ambienti della cucina ospedaliera risultano puliti. Il personale è scrupoloso e con divisa professionale fornita di tutti i Dpi per garantire l’igiene. Gli alimenti sono di qualità, correttamente conservati e meticolosamente controllati secondo scadenza. L’unico problema è lo stato in cui arrivano i pasti nei reparti. A volte la cottura della pasta viene anticipata per essere al dente, a volte però finisce per cuocersi nel piatto risultando non mangiabile».

Navetta rileva anche che «a volte i carrelli termici non funzionano, a volte sostano nei corridoi dei reparti per qualche tempo prima di poter essere consegnati perché gli operatori hanno altre priorità, essendo pochi e con un grande lavoro da svolgere. Il cibo dentro ai piatti monouso di plastica, ermeticamente sigillati, si fredda con la condensa: pensate a una frittata di patate o di verdure, essa sarà una tavoletta di gomma. Negli ultimi mesi di controllo sono stati tolti dal menù pasti che risultavano non piacere ai pazienti. Il problema del vitto, comunque, si deve risolvere al più presto, deve essere, sì, sicuro il cibo ma anche gradevole».

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