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Morace e la fattura per finanziare
la campagna elettorale di Fazio

PALERMO. Ettore Morace avrebbe finanziato occultamente e illecitamente, almeno in parte, la campagna elettorale di Girolamo Fazio.

Emerge dall'intercettazione del 3 aprile scorso in cui - scrive il gip - "senza mezzi termini e senza timore alcuno provocando finanche la preoccupazione delle sue collaboratrici invita un collaboratore che si sta occupando della stampa e più in generale della preparazione di materiale pubblicitario per la campagna elettorale di Fazio, a predisporre una falsa fattura dell'importo di 10.000 euro intestata a Liberty Lines, inserendo materiale che usualmente viene utilizzato in quella società".

"Allora mi ascolti - dice Fazio - faccia lei avere una fattura di diecimila euro intestata alla Liberty .... con materiale che lei francamente sa che loro consumano e così via. Non so, che sia pertinente, mi faccia avere la fattura e poi man mano al momento del conteggio tanto lei qui ...incassa".

Dalle intercettazioni emergono poi anche le pressioni di Fazio sul Cga per conto di Morace. "Niente, va bene io ti raccomando l'altra cosa perché io ci tengo molto, io viaggio spesso con la Ustica Lines. Sono diventato amico di qualcuno là che mi segnalava sta cosa. Io tengo la casa a Erice come sai".

A parlare è un magistrato, l'ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione Sicilia, Raffaele De Lipsis, ora in pensione. Il suo interlocutore è Claudio Zucchelli, attuale presidente del Cga della Regione siciliana.

Oggetto della discussione, intercettata il 4 aprile, è una causa pendente davanti al Cga che riguarda proprio la compagnia di traghetti. La Ustica Lines, che ora ha preso il nome di Liberty Lines, aveva, infatti, perso il ricorso al Tar contro l'annullamento di una gara d'appalto per il trasporto sulle navi veloci disposto in autotutela dalla Regione.

La parola decisiva spettava al Cga. E Morace, tramite il politico Girolamo Fazio, contattò De Lipsis sia per un parere, poi perché segnalasse il caso al suo successore alla guida del Consiglio.

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