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Chiesto soggiorno obbligato per D'Alì: campagna elettorale sospesa, ma è candidato

Antonio D'Alì

TRAPANI. “Soggiorno obbligato per il senatore di Forza Italia Tonino D’Alì”. Lo ha chiesto la direzione distrettuale antimafia di Palermo. Il provvedimento è stato notificato ieri pomeriggio appena dopo la chiusura della presentazione delle liste per l’elezione amministrative di Trapani, ai legali del senatore, gli avvocati: Gino Bosco, Stefano Pellegrino e Arianna Rallo.

Il provvedimento sarà discusso nel corso di un'udienza davanti al tribunale che si terrà a luglio. Il senatore Antonio D’Alì stamane è subito volato a Roma per un confronto con il commissario regionale di Fi Gianfranco Micciché e i vertici del partito non è escluso anche un incontro  con Silvio Berlusconi.

Pronta la risposta del senatore che ha sospeso a meno di un mese dalle amministrative di giugno per le quali correva come sindaco a Trapani, ogni attività di campagna elettorale.

"La persecuzione giudiziaria continua! Due volte assolto e nuovamente aggredito! Ieri, dopo appena un'ora dalla chiusura della presentazione della mia candidatura e delle liste per l'elezione a Sindaco di Trapani, con tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa, ho ricevuto una assolutamente imprevedibile ed ingiusta proposta di misura di prevenzione per obbligo di soggiorno nel comune di residenza da discutere nel prossimo mese di luglio. Il messaggio è inequivocabile: al di fuori del percorso elettorale democratico qualcuno vuole e può far sì che io non possa impegnarmi come Sindaco nel far diventare Trapani la città civile ed all'avanguardia per la quale ho sempre disperatamente lottato. Quella Trapani del futuro già entrata nei sogni dei trapanesi appena pochi giorni dopo l'inizio della mia campagna elettorale. Sento il dovere in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale,  torno amareggiato a Roma per onorare come di consueto il mandato parlamentare, poiché ritengo che, pure essendo stato assolto da ogni accusa anche in appello, non potrei condurre le opportune iniziative con questo carico di infamia scaricatomi addosso! Già, io sarei "socialmente pericoloso"! Per mia sventura io sono solamente "politicamente da abbattere"! Lascio ogni valutazione alla capacità di giudizio e di reazione dei trapanesi, affido il prestigioso bagaglio di idee e di entusiasmo nelle mani del mio partito e di tutti i candidati del mio saldo schieramento  e nel cuore delle donne, degli uomini e dei giovani che si sono già con me ufficialmente dichiarati, persone tutte di grandi e indiscutibili qualità morali ed intellettive, che meritano di poter godere del consenso elettorale dei cittadini trapanesi".

A settembre dello scorso anno il Senatore Antonio D’Alì era stato assolto in appello dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per la contestazione di fatti avvenuti dopo il 1994, mentre per gli anni precedenti, i reati riconosciuti sono caduti in prescrizione.

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