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"Un esercito pronto a essere mosso":
gli ordini di Messina Denaro a Marsala
E i gregari imparano a sparare - video

Un fermo immagine tratto da un video dei ROS - Ansa

MARSALA. L’operazione portata a termine nella notte dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani e coordinata dalla procura Distrettuale di Palermo e che ha portato al fermo di 14 persone indagate di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi, delinea un quadro davvero particolare.

Sono  indagini recentissime, del 2015, indagini che confermano come Matteo Messina Denaro, latitante da 24 anni, sia il capo mafia indiscusso e con a disposizione un “esercito pronto ad essere mosso”, il boss alla quale tutti si rivolgono per dirimere questioni interne alle varie famiglie mafiose.

Un boss che vive la sua latitanza in questa Provincia, grazie ad un esercito di fiancheggiatori e favoreggiatori. Ancora le indagini dell’operazione “Visir” hanno permesso agli investigatori di individuare l’assetto gerarchico e l’operatività di una “decina” radicata nel territorio tra la frazione marsalese di Strasatti e il Comune di Petrosino e di come proprio il diktat di Matteo Messina Denaro abbia risolto una forte tensione interna che stava per provocare una faida mafiosa.

In modo particolare, è stata accertata la presenza all’interno di un sodalizio, di due sottogruppi affiliati riferibili: il primo a Nicolò Sfranga, uomo di fiducia del capo mafia di Marsala; il secondo a Vincenzo D’Aguanno, il quale, malgrado riconoscesse l’autorità di Vito Vincenzo Rallo, era insofferente alle ingerenze di Sfranga, per ciò che riguardava la spartizione dei guadagni illeciti provenienti dal racket delle estorsioni. I militari dell’arma che in questi due anni hanno effettuato le indagini su quel territorio, hanno scoperto dell’esistenza di un summit dov’era presente anche il boss.

“In particolare – scrivono gli investigatori – le disposizioni del latitante venivano veicolate da Nicolò Sfranga al capo decina, nel corso di una movimentata riunione del 2015 quando, nel riferire le volontà  di Messina Denaro, forniva importanti ed inediti elementi sia in ordine alla sua presenza nel territorio della provincia di Trapani, sia in merito alle dinamiche di funzionamento di cosa nostra marsalese”. L’indagine ha anche evidenziato il ruolo qualificato di Rallo nelle relazioni funzionali di livello anche ultra provinciale, per la gestione di attività estorsive, in particolare con il mandamento di San Giuseppe Jato nel palermitano.

     

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