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Acqua razionata ad Alcamo, Cgil e Pd contro il sindaco grillino

ALCAMO. Avere portato da cinque a quattro giorni i turni della distribuzione idrica ad Alcamo, non è bastato all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Surdi ad evitare anche le critiche della Cgil oltre che del Partito Democratico.

Al sindaco grillino, infatti, la cui amministrazione dalla scorsa estate annuncia di varare una regolamentazione dell’utilizzo dei pozzi idrici gestiti da privati, si sono rivolti in questi giorni i consiglieri del Pd Giacomo Sucameli e Filippo Cracchiolo chiedendo come si farà ad affrontare i problemi legati alla carenza di acqua in estate se rimarranno chiusi i pozzi da cui le ditte private di autotrasporto dell’acqua attingono il prezioso liquido per rifornire i cittadini nei momenti in cui i rubinetti sono a secco.

A rincarare la dose delle polemiche è la Cgil. “Negli ultimi sette mesi – scrive il sindacato - i cittadini alcamesi hanno subito un’erogazione idrica più scarsa del solito che li ha costretti a ricorrere alle autobotti pagando l’acqua a costi superiori”. Il segretario della Camera del Lavoro di Alcamo, Giuseppe Favara, denuncia “la carenza d’acqua e la forte diminuzione dei tempi di erogazione, passati da 5 a una media di 2/3 ore”. E chiede al sindaco di “trovare soluzioni per far diventare Alcamo una città in cui i servizi essenziali vengano garantiti costantemente”.

“Per la prima volta nella storia di questa città – dice infatti il segretario locale della Cgil – l’amministrazione comunale ha deciso che debbano essere i cittadini a risolvere il problema della carenza dell’acqua. Per fare fronte ai loro bisogni quotidiani, gli utenti sono, infatti, costretti ad approvvigionarsi nei serbatoi comunali facendo ricorso alle autobotti. Ciò comporta disagi sia burocratici che economici poiché il costo dell’acqua erogato dalle autobotti, pari a 1,72 euro a metro cubo comprensivo dei costi per il depuratore e fognatura, è superiore rispetto all'acqua erogata dal Comune”. Per la Cgil di Alcamo, insomma, il costo dell’acqua fornito dalle autobotti è troppo elevato e danneggia le fasce più deboli della popolazione e coloro che hanno redditi medio bassi”.

Il sindacalista dichiara inoltre che “il regolamento comunale stabilisce che il costo dell’erogazione dell’acqua sia pagato, da parte dei cittadini, tenendo conto di tre fasce di consumo. La fascia più alta, che sono coloro che consumano più di 201 litri, pagano, in base al regolamento comunale,  1.52 euro a metro cubo. Pertanto, non si comprende come mai i cittadini debbano essere penalizzati nel non ricevere acqua e nel comprarla a costi superiori. Inoltre – prosegue - l’Ente ha il vincolo di garantire  l’acqua per gli usi domestici che, in base alle leggi e al regolamento comunale, deve essere erogata nella quantità di 200 litri di acqua al giorno”.

La Cgil invita quindi “l’amministrazione comunale  a desistere  immediatamente dal fare pagare l’acqua come eccedenza». Il sindaco Surdi replica con queste parole: «Leggo comunicati e dichiarazioni di esponenti politici e addirittura sindacali che scoprono solo adesso che ad Alcamo manca l'acqua mostrando continua attenzione e preoccupazione sull'apertura dei pozzi. L'insufficienza di acqua è strutturale e radicata negli anni, per cui servono soluzioni per portarne di più in città: è su questo che ci stiamo concentrando e su cui tutti dovrebbero concentrarsi. Il regolamento in questione necessita ancora di approfondimenti ed in ogni caso è solo uno degli aspetti del problema – conclude Surdi -. Stiamo lavorando per aumentare la quantità di acqua e per razionalizzarne l'uso, anche attraverso una buona manutenzione della rete idrica. A breve infatti partiranno i primi lavori già previsti nel piano triennale approvato».

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