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Operazione «Ermes 2», via agli interrogatori

TRAPANI.  Sono stati avviati gli interrogatori di garanzia delle undici persone coinvolte nell’operazione antimafia “Ermes 2”. Nel carcere di Trapani, davanti al gip di Palermo Gabriella Natale sono comparsi i quattro arrestati.

E cioè, i mazaresi Epifanio Agate, 43 anni, figlio del defunto storico boss mafioso Mariano Agate (ex componente della Cupola di Cosa Nostra e fedelissimo di Totò Riina e Bernardo Provenzano), i fratelli Carlo Antonio e Giuseppe Loretta, di 50 e 36 anni, e il 71enne Angelo Castelli. Alla presenza dei loro legali (avvocati Luigi Laudicina per Agate, Walter Marino e Luigi Pipitone per gli altri tre) e del pm della Dda Gianluca De Leo, in due, su quattro, hanno deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere. Hanno, infatti, risposto alle domande Agate junior e uno dei fratelli Loretta. Com’è ovvio, non si sa cosa hanno detto, ma a quanto pare avrebbero cercato di “chiarire” la loro posizione e respingere le accuse. Ad Epifanio Agate si contesta, in particolare, l’attribuzione fittizia di beni (quote delle società mazaresi “My Land” e “Fishmar”) ad altre persone, nonché il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

E l’attribuzione fittizia di quote di società (“Mestra” e “Medioambiente”) ad altre persone, oltre che 416 bis (associazione mafiosa), è contestata anche ai due Loretta, fratelli di Giovanni Loretta, autotrasportatore, coinvolto nell’operazione “Ermes 1” e già condannato, in primo grado, a 4 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia. Anche Castelli, infine, deve difendersi dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra. Avrebbe messo, infatti, a disposizione il suo autolavaggio per incontri tra mafiosi. Alla sua presenza, tra l’altro, il vecchio boss mazarese Vito Gondola, detto “Coffa”, e Carlo Loretta (nel 2004, arrestato nell’operazione “Peronospera II” sulla famiglia mafiosa di Marsala) avrebbero discusso dell’esecuzione di alcuni subappalti. Gli interrogatori di garanzia degli altri sette indagati nell’Ermes 2, ai quali è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, si svolgeranno  a Palermo. Davanti al gip Natale saranno chiamati a comparire i mazaresi Andrea Alessandrino, di 43 anni, Paola Bonomo, di 27, il castelvetranese Filippo Siragusa, di 55, giornalista, ormai ex collaboratore del Giornale di Sicilia (è stato immediatamente sospeso dalla direzione), e inoltre Rachele Francaviglia, di 33, moglie di Epifanio Agate, Francesco Mangiaracina, di 43, cognato dell’ex capomafia mazarese pentito Vincenzo Sinacori, e la moglie russa Nataliya Ostashko, di 39, e Nicolò Passalacqua, di 48. Tutti accusati di intestazione fittizia. I primi tre come “prestanomi” dei Loretta nella società Medioambiente. Gli altri, invece, dell’Agate nella “My Land” e nella “Fishmar”.

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