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Chiude un asilo a Trapani, suor Cecilia non ha più una casa

TRAPANI. Una vicenda triste, densa di paradossi, in perfetto stile trapanese. Ne è protagonista, o forse per meglio dire vittima, una figura assai conosciuta in città: suor Cecilia, una vita spesa per il prossimo, incentrata sui pilastri della solidarietà e della carità.

Dopo essersi presa cura, per oltre 50 anni, dei poveri e dei disagiati di Trapani ed Erice, la madre oggi è rimasta senza un tetto a causa della chiusura dell' asilo Caritas di via Livio Bassi - una traversa della centralissima via Fardella - dove viveva assieme ai suoi bambini. Ospitata nei locali delle Suore oblate di via Michele Amari, nel popolare rione Sant' Alberto, nell' immediata periferia della città, la suora vincenziana ha dovuto lasciare la stanza. «Proprio così - dice -. Forse devono effettuare dei lavori oppure la devono affittare. Così dopo essere stata accolta dalla madre superiore, sono stata invitata dalla stessa a trovarmi un' altra sistemazione, ma io non so dove andare». Da lì un continuo peregrinare alla ricerca di un alloggio. Suor Cecilia, che vive di pensione, ha bussato alle porte di parrocchie, istituti, case di ospitalità.

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