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Trapani, gli incendi non fermano la mietitura nei terreni sequestrati alla mafia

TRAPANI. Neppure il vento di scirocco e il caldo afoso hanno fermato, ieri pomeriggio, la mietitura del grano (quello che è rimasto dopo gli incendi dolosi dei giorni scorsi) sui terreni di contrada Sarbucia-Formosa sequestrati, nel luglio 2015, dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani al pacecoto Vito Marino.

Quest' ultimo è attualmente ricercato per la condanna all'ergastolo emessa dalla Corte d'assise d' appello di Milano per la strage della famiglia Cottarelli. Nel 2006, a Brescia, furono uccisi Angelo Cottarelli, la moglie Marzenne e il figlio Luca, di 17 anni. Gli amministratori giudiziari, dopo il sequestro, hanno provveduto a dare continuità alle attività produttive e nelle aree a seminativo si accingevano alla raccolta di grano e fave. Il si prospettava ottimo: anche 50 quintali di grano per ettaro.

Ma ciò ha infastidito chi spera che i beni sequestrati e confiscati finiscano in abbandono. "I tre incendi dolosi che, dal 6 al 14 giugno, hanno distrutto oltre trenta ettari di grano pronti per la mietitura - ha detto don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera - sono segni della violenza mafiosa. Ma anche dell' efficacia di uno strumento, la confisca e l' uso sociale dei beni, che colpisce non solo il patrimonio delle mafie, ma la loro identità".

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