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Canone d'irrigazione nel Trapanese, è polemica: "Aumento eccessivo"

TRAPANI. La decisione del «Consorzio Trapani 1» di aumentare del 500 % i contributi dovuti dagli agricoltori che si servono del sistema d’irrigazione gestito dal consorzio, oltre a preoccupare migliaia di produttori agricoli del Trapanese, fa scattare anche la reazione di Antonella Milazzo, deputato regionale del Partito democratico.
«In merito alle recenti notizie di stampa — scrive in un comunicato il parlamentare regionale marsalese — riguardanti il paventato aumento del 500% del contributo dovuto dai produttori agricoli per poter irrigare i loro terreni, da parte del Consorzio di bonifica Trapani 1, penso che sia neecessario intervenire urgentemente al fine di evitare conseguenze disastrose all’intero settore agricolo».

In effetti, la delibera, che porta la firma del commissario straordinario del Consorzio, prevede l’aumento del contributo dovuto all’associato da 16 euro a 93,94 euro ad ettaro. Considerato che il Consorzio controlla 27 mila ettari di territorio, il salasso per gli agricoltori è superiore, in totale, a due milioni di euro. Il parlamentare regionale del Pd, Antonella Milazzo intende intervenire sul Governo regionale.

«Lavoreremo affinchè il governo — aggiunge il deputato — ed il parlamento, in sede di discussione della nuova manovra finanziaria, trovino la soluzione per evitare un tale spropositato aumento che rischia di mettere in ginocchio gli agricoltori della provincia. Bisogna, senza dubbio, tener conto delle esigenze di armonizzazione contabile e di necessario risanamento di enti come i consorzi di bonifica, che da tempo versano in gravi condizioni finanziarie — conclude la parlamentare marsalese —, ma si devono tutelare gli agricoltori e i lavoratori dei consorzi, che non possono pagare per gli errori e le gestioni dissennate del passato».
Secondo i sindacati, il provvedimento voluto dalla Regione comporterà un danno notevole al settore agricolo trapanese se non verrà modificato. Sempre secondo le sigle sindacali, il provvedimento è dovuto obbligatoriamente, anche se l’agricoltore rinuncia all’irrigazione. Un ulteriore costo, pertanto, che si va ad aggiungere ai tanti balzelli che i produttori gia sono costretti a pagare.

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